Unione Popolare sarà presente alle elezioni regionali del 12 e 13 febbraio con una propria lista, aperta a tutte le convergenze per una netta alternativa all’attuale egemonia delle destre e al sistema consociativo che guida la Regione Lombardia.
Unione Popolare sarà presente alle elezioni regionali del 12 e 13 febbraio con una propria lista, aperta a tutte le convergenze per una netta alternativa all’attuale egemonia delle destre e al sistema consociativo che guida la Regione Lombardia. Un’alternativa che in Lombardia oggi manca e che è necessaria e urgente più che mai. Per questo siamo impegnati nella raccolta delle firme richieste alle forze attualmente non rappresentate in Consiglio Regionale per poter partecipare alle elezioni. E’ possibile sottoscrivere la lista di Unione Popolare nelle serate di venerdì 23, martedì 27 e mercoledì 28 dicembre, dalle 20.45 alle 22, presso la sede di Rifondazione Comunista in Via San Bernardino 12 (c/o Circolo Fratellanza e Pace, 1° piano) a Legnano. I punti chiave della nostra proposta sono: la rottura con le politiche liberiste di privatizzazione della sanità e dei servizi, condivise dai principali schieramenti politici. In particolare UP rivendica la completa ripubblicizzazione e la ricostruzione del servizio sanitario lombardo, il ritorno sotto completa gestione pubblica delle aziende dell’acqua, dell’energia e di quello sempre più in crisi dei trasporti, il finanziamento esclusivo alla scuola pubblica e la tutela del diritto allo studio; la giustizia e l’eguaglianza sociale nella Regione più ricca del paese, dove sempre più grandi sono ingiustizia e sfruttamento, con la lotta contro il precariato e i salari da fame, la difesa del diritto alla casa e ad un reddito di cittadinanza; la lotta contro la devastazione ambientale, l’inquinamento e il consumo selvaggio del suolo, risultato sia delle politiche condotte a livello regionale da parte del centrodestra, sia di quelle portate avanti a livello locale tanto dalle giunte di centrodestra e leghiste quanto da quelle di centrosinistra; il rifiuto dell’autonomia differenziata che in Lombardia significherebbe ancora più privatizzazioni, ancora più riduzione di diritti per i più deboli e ancora maggiori rendite per chi da anni trae profitti da politiche che mettono i beni comuni, di tutti, nelle mani del mercato e quindi dei più ricchi e potenti;
- il ripudio della guerra, con la conseguente opposizione alle tante servitù militari della Regione a partire da quella delle bombe atomiche installate proprio nel nostro territorio.