Francesco Oppi: "L’Arte è l’ingrediente principale della cultura, lievito essenziale, amido coagulante tra geometria e gesto, tra passione e numeri, tra sapienza e azzardo. Una ricerca di equilibrio continua".
Un ritorno alla condivisione, allo stare insieme, alla riscoperta del senso più profondo dell’arte stessa. La nuova edizione di Inverart è davvero una ‘boccata di ossigeno’ da parte della creatività giovanile locale. “L’edizione diciannovesima si svolge in una atmosfera di gioia e vita come è stata la 415° edizione della Antica Fiera di San Martino che ci precede, ogni anno, di una settimana; forse un ritorno alle origini? Speriamo! Un ritorno a valori più commisurati al reale, all’umano come umano? Sempre, speriamo! Non c’è civiltà senza equilibrio sociale. Non c’è equilibrio sociale senza solidità culturale - spiega Francesco Oppi - E l’Arte è l’ingrediente principale della cultura, lievito essenziale, amido coagulante tra geometria e gesto, tra passione e numeri, tra sapienza e azzardo. Una ricerca di equilibrio continua, incessante e magica che tende inesorabilmente alla bellezza. Libertà dunque sia anche per Inverart, non abbiamo voluto stringere i cordoni: il limite d’età non è stato tenuto in stretta considerazione (ma resta una delle edizioni più “giovani” in assoluto), non abbiamo voluto escludere nessuno dei liceali, abbiamo preso tutti i loro elaborati (spesso acerbi) ma tutti ricchi di messaggi, di richiami, a volte di moniti. Sì perché i giovani a volte sanno essere molto saggi, infatti sono molto più vicini alla natura e alla verità di quanto non lo siano a volte i ‘grandi’”.