Rivive al Teatro Menotti dal 22 al 27 novembre Misery, tratto dal romanzo di Stephen King e reso celebre da un film cult.
Rivive al Teatro Menotti dal 22 al 27 novembre Misery, tratto dal romanzo di Stephen King e reso celebre da un film cult. Filippo Dini dirige l’incubo di uno scrittore prigioniero di un’ammiratrice psicopatica, pronta a ucciderlo pur di riportare in vita il suo personaggio preferito. Una grande opera sul potere magico della narrazione.
uando il romanzo Misery di Stephen King fu pubblicato nel 1987, balzò subito all’attenzione dei moltissimi fan del Re del thriller e vinse il premio Bram Stoker.
Il pluripremiato sceneggiatore e drammaturgo William Goldman trasformò il libro in una sceneggiatura cinematografica utilizzata per il film omonimo del 1990 divenuto di culto diretto da Robert Reiner con James Caan e Kathy Bates, che per la sua interpretazione si aggiudicò Oscar e Golden Globe come migliore attrice.
La vicenda agghiacciante e claustrofobica dello scrittore Paul Sheldon caduto nelle mani della fan Annie Wilkes rivive in teatro, uscito dalla penna di colui che sceneggiò il film e diretto da Filippo Dini.
In scena nei panni dello scrittore Aldo Ottobrino, nel ruolo dell’infermiera disturbata Annie Wilkes, Arianna Scommegna e Carlo Orlando nel ruolo dello sceriffo, con musiche di Arturo Annecchino, scene e costumi di Laura Benzi, luci di Pasquale Mari (insignito per questo lavoro del premio Ubu 2021), trucco di Cinzia Costantino e con la traduzione di Francesco Bianchi.
Ciò che racchiude questo testo, però, va ben oltre la storia terrorizzante dello scrittore Paul Sheldon, salvato da un brutto incidente stradale dalla sua fan numero uno che si trasforma in una carceriera e non si ferma davanti a niente pur di tenere in vita il suo personaggio preferito. Mentre Annie diventa l’incarnazione diabolica dell’amore che ogni essere umano nutre verso le storie e verso chi le racconta, l’autore sembra diventare un moderno Sherazade, o racconta o muore.
Ma non è ancora tutto, nell’angoscia della costrizione egli affronta faccia a faccia, come mai lo ha affrontato nella sua vita, il suo demone, incarnato da Annie, quello che accompagna la vita di ogni artista: il demone tirannico e folle della creazione, che tutto dona e che in cambio vuole la vita.
Misery è un testo senza tempo in cui vengono indagati i meandri della mente umana che cerca le storie, le vuole, le brama, e che di fronte alla fonte di quelle storie non può far altro che innamorarsi e nutrirsi, anche a costo di distruggere per sempre chi alimenta i suoi sogni.
“Tra tutti gli scrittori che animano le creazioni di King, Paul Sheldon è il più forte, il più disperato. Prigioniero del suo talento e della sua vocazione, scopre se stesso nel viaggio all’inferno in compagnia di Annie. E lei è semplicemente indimenticabile” - racconta Filippo Dini. “Annie è l’esasperazione del desiderio e dell’amore per l’arte, di quella silenziosa e segreta preghiera che ognuno di noi innalza nel proprio cuore ogni volta che voltiamo la prima pagina dell’ultimo romanzo del nostro scrittore preferito. O che sediamo in platea, le luci si spengono e inizia lo spettacolo.
Misery è una grande opera sul potere magico della narrazione. Ed ecco perché poter portare questa storia in teatro è una grande occasione e un grande privilegio. Perché il teatro è il luogo della Magia”.
Lo spettacolo ha debuttato in prima nazionale nell’ottobre del 2019 e poi ha affrontato una lunga tournée interrotta a causa della pandemia.