Milano / Malpensa
"E' tutto loro quello che luccica"
Si svolgerà sabato 12 novembre, alle ore 21, presso il salone 'Circolo Unione San Rocco' di via San Gregorio 1, la rappresentazione teatrale 'E' tutto loro quello che luccica' di Carlo Albè, con voce e chitarra di Enrico Gerli.
Non ci può essere felicità senza l’appagamento di alcuni bisogni primari: un lavoro
gratificante è uno di questi. È tutto loro quello che luccica, il nuovo lavoro di Carlo Albè, è la storia di un disoccupato, di Lorenzo Guasti detto Brace, ma è anche la (dis)avventura cui va incontro un ex Presidente del Consiglio che viene rapito nel corso di una festa o quel che è.
Brace non ne può più della falsità di un Premier boy scout e Fonzie, Caimano e Nazareno, Dracula e tombarolo bocconiano, ragion per cui Lorenzo decide che è giunta l’ora che, una volta tanto, sia il Presidente ad ascoltare lui e non viceversa. Lorenzo detto Brace si trova dunque faccia a faccia con il Premier, con quel personaggio che, nel corso degli anni, ha saputo trasformare l’Italia in un desolante mercato di schiavi.
È tutto loro quello che luccica è un lavoro tanto grottesco quanto veritiero: Lorenzo Guasti avrebbe tutte le qualità per essere qualcosa, ma nessuno, davvero nessuno, gli dà mai una possibilità lavorativa che non sia una presa per i fondelli ben più che fantozziana.
Carlo Albè, in maniera dissacrante, mette a nudo le ipocrisie che negli ultimi venti anni ci sono state raccontate, e le smonta una a una, pur sapendo che forse non servirà a niente, perché l’italiano medio oramai digerisce qualsiasi cosa a patto che non gli vengano toccate le partite di calcio in tivù (e allo stadio) e certi programmi di gossip spacciati per informazione.
Non è bastato davvero prendere la Bastiglia nel 1789, a metà luglio, e nemmeno sono state sufficienti le tante battaglie sociali accadute dopo per restituire dignità all’uomo. Perché esiste ancora la schiavitù? Perché c’è chi vuole tutto per sé; perché c’è chi così tanto ingordo da non disdegnare di essere mafioso e di farsene un vanto in mondovisione; perché c’è chi desidera che «tutto deve cambiare perché tutto resti come prima».
Due uomini, quindi, nella stessa stanza. Il primo, aggrappato ai propri ricordi è pronto a raccontare la sua vita, il secondo intrappolato nel doppiopetto, obbligato ad ascoltare, senza potersi alzare dalla sedia. Due persone vicine ma lontanissime.
Un uomo come tanti al cospetto di colui che spinge i bottoni del nostro piccolo paese.
È tutto loro quello che luccica è il momento storico che stiamo vivendo, che stiamo
subendo, ed è una realtà che mai cambierà sin tanto che non ci saranno milioni di
personaggi come Brace pronti a gridare NO una volta per tutte.
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