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Energia & Ambiente, Territorio

Boom di richieste di taglio legna

Un incremento davvero notevole, tanto da attirare prima l’attenzione del Corriere della Sera, poi di TG5 eTG de La7. Complice il caro bollette, scatta la richiesta di legna dal Parco del Ticino.

Un incremento davvero notevole, tanto da attirare prima l’attenzione del Corriere della Sera, poi di TG5 eTG de La7. Complice il caro bollette, scatta la richiesta di legna dal Parco del Ticino. Dagli uffici dell’ente a Magenta raccontano che gli anni scorsi, alla riapertura della stagione del taglio - quest’ anno partita il 15 ottobre - le richieste arrivavano alla spicciolata. E, anzi, negli ultimi due anni le istanze, che in epoca pre Covid si aggiravano sulle 900 l’anno, erano scese a una media di 650. Ora invece le domande arrivate via mail sono già a decine. E alla Dogana di Tornavento, dove c’è uno sportello di ricevimento, gli appuntamenti sono già esauriti fino a circa metà novembre. “Il rischio è che la storia si ripeta: negli inverni durante la Seconda Guerra Mondiale gran parte dei boschi lungo il Ticino furono tagliati, in parte per ragioni belliche, in parte perché la popolazione aveva bisogno di legna per scaldarsi. Ora è una nuova guerra a mettere a rischio questi ecosistemi, ultima traccia delle foreste che ricoprivano un tempo la Pianura Padana - spiega la nostra collega Giovanna Fagnani - L’obiettivo del Parco è scongiurare tagli incontrollati e riuscire, invece, a governarli, preservando il capitale naturale, trovando un punto di equilibro fra il diritto di proprietà e una gestione del bosco ecologicamente corretta «soprattutto adesso che non c’è più quella conoscenza fatta di tradizione che c’era un tempo» fanno notare dall’ente che, con un comunicato, ricorda ai proprietari di boschi di concordare i tagli con gli uffici”. Come funziona il servizio di assistenza ai tagli, che il Parco offre gratuitamente? C’è un contributo solo per i boschi vasti oltre 20 mila metri quadrati. L’utente presenta una richiesta che viene vagliata da un tecnico il quale, dopo un’accurata valutazione, si reca sul posto e segna le piante da abbattere e quelle da preservare». Si tende a far tagliare le piante esotiche, mantenendo invece quelle originarie delle foreste lombarde, ovvero querce, castagni, i pini silvestre e i carpini bianchi.

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