Nella Sala della Comunità di Cuggiono tornano i mercoledì con la grande arte: il 5 ottobre dalle ore 21 la proiezione del suggestivo 'Tiziano - l'impero del colore'.
Tiziano rappresenta l'artista del rinascimento sotto i due aspetti più importanti per un pittore che, sin da giovane, ha creato da solo un percorso con l'obiettivo di rimanere nella storia. Tiziano possedeva la vocazione e il grande talento pittorico ed era anche un determinato imprenditore di sé stesso.
Nella Venezia a cavallo tra due secoli giunge Tiziano Vecellio (1485/1490 - 1576) da Pieve di Cadore, il suo paese d'origine dove, giovanissimo, decide di non intraprendere gli studi di notaio sulle tracce del padre, ma di trasferirsi nella capitale internazionale del mercato, dell'arte e della bellezza. Venezia era speciale, preziosa, viva, ma anche molto competitiva. Di pittori ne giravano tanti, ma Tiziano, dopo un apprendistato iniziato in bottega a soli 12 anni, si impone subito, per talento e per quella pittura già riconoscibile, magnifica, personale.
Tiziano aveva infatti già compreso che, dimostrando l'unicità del suo fare pittura, del suo utilizzo del colore, della sensualità e amore nella resa dei personaggi femminili, che ritraeva con una grande cura, e dell'attenzione nei confronti dell'interiorità e intimità spirituale dell'uomo, sarebbe diventato un punto di riferimento per i committenti. E così è stato.
Dopo la prima fondamentale commissione veneziana, dove Tiziano viene chiamato a realizzare la pala presso la chiesa di Santa Maria Gloriosa dei Frari per cui dipinge l'Assunta (1516), una magnifica e umana Madonna che guarda verso l'alto, verso Dio, contornata da figure corali minuziose e varie nello stile, il pittore è consacrato come il maestro dei ritratti che tutti i potenti vogliono a corte. Il grande dipinto è posizionato in maniera quasi scenografica: Tiziano gioca sull'impatto visivo e sull'espressione coinvolgente della Madonna.
Da Venezia a Bologna fino a Mantova, dove l'artista giunge all'ambita corte dei Gonzaga per ritrarre Isabella Gonzaga nel 1536. Il dipinto è "tizianesco", un termine, che Francesca Del Torre cita in maniera "proverbiale". La direttrice del Kunsthistorisches Museum Vienna racconta alcuni dipinti del maestro custoditi nel museo, come l'Amor Sacro e Amor Profano (1515). Il film infatti tratta la vita di Tiziano bilanciando le immagini speciali e tangibili delle opere del maestro con testimonianze di accademici e direttori di musei. Sentiamo raccontare i dettagli della pittura di Tiziano e la sua vita da personaggi appassionati come il professor Bernard Aikema, la storica dell'arte Amina Gaia Abdelouahab, la direttrice del Museo di Capodimonte Patrizia Piscitello, fino al direttore del Museo del Prado, Miguel Falomir Faos, e Giorgio Tagliafierro dell'Università di Warwick, per citarne alcuni. Professionisti che aiutano a inquadrare la figura complessa di un artista che, fino alla sua morte, avvenuta per via della peste il 27 agosto 1576, ha sperimentato intuendo che la sua grandezza doveva essere lasciata ai posteri in maniera controllata. Tiziano è il primo autore infatti a chiamare un disegnatore per riprodurre le sue opere. Non come falsi, ma come documenti che attestavano la grandezza di ogni singolo dipinto.