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Trucioli di storia

"Il sapore dell'estate..."

"Sto passeggiando per le vie del centro di Cuggiono con il mio nipotino cercando di trovare un po’ di frescura in questa caldissima estate. Arrivo in via Gualdoni e finalmente trovo un po’ d’ombra e una leggera arietta fresca..."

Sto passeggiando per le vie del centro di Cuggiono con il mio nipotino cercando di trovare un po’ di frescura in questa caldissima estate. Arrivo in via Gualdoni e finalmente trovo un po’ d’ombra e una leggera arietta fresca, d’altronde questa è la via più fresca di Cuggiono sia d’estate che d’inverno. Rallento percorrendo la via per godere della frescura, arrivo così all’imbocco della piazza, mi soffermo e la mente torna a quando io avevo l’età del nipotino che ora porto a passeggio. Già, in quegli anni proprio su quest’angolo c’era una fontanella che con la sua acqua fresca sempre sgorgante era pronta a dissetare chiunque passasse, ma il ricordo più bello era di quando, in piena estate, trovavamo la presenza del Sig. Amedeo Motta, da noi tutti chiamato amichevolmente Medeo.
Medeo per tutta l’estate portava un grande barile che riempiva di angurie e lo posizionava proprio sotto alla sgorgante fontanella. Accanto posizionava due grosse panche su cui metteva del ghiaccio ricoperto da foglie di fico, questo fresco giaciglio serviva per adagiare delle succulente fette di anguria. Fette di grandi angurie veneziane, quelle ovali, perchè non conoscevamo ancora quelle tonde odierne.
Non si poteva passare di lì e resistere all’acquistarne una scambiando nel frattempo qualche parola con il sciur Medeo, era diventata una bella consuetudine per tutti i cuggionesi.
Anch’io con il gruppo dei miei amici tutti i giorni con le 100 Lire che la mamma mi allungava ogni pomeriggio andavo a scegliere la fetta che pareva più grossa e dolce. Ma biricchini lo eravamo tanto e non ci accontentavamo di gustare il frutto tranquillamente, il nostro gioco preferito diventava sputare i noccioli facendo a gara a chi riusciva a sputarne più lontano. Non nascondo che talvolta miravamo anche qualche passante per sbaglio o per intento, e naturalmente quando succedeva scappavamo a gambe levate per non farci rimproverare.
Che bello era vedere quell’angolo di Cuggiono così vivo ai miei tempi e come era buona quella fetta d’anguria che diventava il sapore che ci accompagnava per tutta l’estate!
Nonno Enrico, Cuggiono fine anni ‘50
Trucioli di Storia - www.truciolidistoria.it

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