Piante in stress idrico, foglie scottate e ingiallite, meno olive e più piccole. Sono gli effetti della siccità e delle alte temperature sugli oliveti lombardi dove si stimano perdite nella quantità di olive che arrivano fino a un terzo rispetto a un’annata normale. È quanto afferma la Coldiretti Lombardia.
Piante in stress idrico, foglie scottate e ingiallite, meno olive e più piccole. Sono gli effetti della siccità e delle alte temperature sugli oliveti lombardi dove si stimano perdite nella quantità di olive che arrivano fino a un terzo rispetto a un’annata normale. È quanto afferma la Coldiretti Lombardia in base a un monitoraggio sul territorio. Il mix esplosivo di caldo e siccità – precisa la Coldiretti regionale – ha ostacolato la comparsa dei frutticini sulle piante che manifestano i sintomi dello stress idrico con le foglie ingiallite, scottate e caratterizzate da una colorazione tenue. Anche le olive che sono riuscite a svilupparsi sui rami degli alberi – precisa la Coldiretti – faticano a crescere e ingrossarsi correttamente con il conseguente rischio di avere una resa finale di olio inferiore. I timori per un’annata difficile si registrano soprattutto nel Bresciano, prima area produttiva della regione. “Un altro anno da dimenticare – afferma Silvano Zanelli, olivicoltore di Puegnago del Garda e presidente AIPOL, l’Associazione Interprovinciale Produttori Olivicoli Lombardi – Il caldo e la siccità stanno mettendo in ginocchio la nostra olivicoltura, con perdite di prodotto che nelle nostre zone raggiungono al momento punte del 40%. Una situazione grave per un settore di grande valore per l’agricoltura lombarda sia per la qualità del prodotto, sia dal punto di vista ambientale e turistico”. I danni alla stagione olivicola – continua la Coldiretti Lombardia – si sommano a quelli provocati dalla siccità ad altre colture lombarde. Al momento – conclude la Coldiretti regionale –si stimano già cali di circa un terzo per le produzioni di orzo, frumento e riso, mentre le perdite per i foraggi si avvicinano ormai al 50%, così come il calo stimato per le rese nei raccolti di mais. Nelle stalle a causa delle alte temperature le mucche stanno producendo fino al 20% in meno di latte, ma siccità e caldo in pianura stanno anche bruciando frutta e verdura mentre negli alpeggi in montagna i pascoli sono secchi e pozze d’acqua usate dagli animali per dissetarsi e rinfrescarsi sempre più asciutte.