Il film diretto da Emanuele Caruso ‘A riveder le stelle’ è di una semplicissima produzione: girato con due normali cellulari e un drone.
Il film diretto da Emanuele Caruso ‘A riveder le stelle’ è di una semplicissima produzione: girato con due normali cellulari e un drone. Un documentario che racconta come un gruppo di sei persone si sia messo in cammino per sette giorni, percorrendo 36 km tra le montagne della Val Grande, una delle aree più selvagge d’Europa, eppure incredibilmente così vicina a dove abitiamo. Insieme a loro ci troveremo a rivedere paesaggi affascinanti e incontaminati, che alcuni di noi, in passato hanno almeno in parte avuto modo di conoscere, vuoi perché, come è capitato a chi scrive, vi si è avventurato per provare l’emozione di trovarsi “fuori dal mondo”, vuoi perché altri si sono trovati ai suoi margini frequentando la colonia cuggionese di Miazzina e seguendone alcuni sentieri che si inerpicavano al suo interno. Ma questo filmato ha in sé qualcosa di più dell’immergersi nella natura. Non è solo un viaggio in una valle selvaggia, è una vera e propria lettera al futuro dell’umanità. Un viaggio che pone delle domande, per spingere a interrogarci oggi, per cercare di essere ancora in tempo ad agire, se non vogliamo che nei prossimi anni, quando il cambiamento climatico provocherà crisi sempre più gravi, ci trovi del tutto impreparati ad affrontarle. Volgendo il nostro sguardo al passato, ai tanti errori che potevamo non commettere in questi anni, ci dovremmo porre una domanda: “Come abbiamo potuto permetterlo?” Questo è il motivo per cui, questo gruppo di persone, fra cui gli attori Maya Sansa, Giuseppe Cederna e il medico Franco Berrino, hanno lasciato le loro case, i loro telefoni, le proprie comodità e si sono avventurati in questo viaggio attraverso la Val Grande,. Soli, con i propri zaini e i loro pensieri, immersi in un ambiente primordiale, lontani dalla società che li ha plasmati, hanno avuto il compito di trovare una risposta a quella domanda. Perché non è mai stato un problema di numeri, di dati, di conoscenze o previsioni. Ma solo e unicamente della nostra natura umana, delle nostre scelte. E’ un filmato girato con la speranza che il nostro presente possa cambiare quel futuro che ci appare così lontano, ma che invece è sempre ci più vicino. E le decisioni da prendere le dobbiamo prendere insieme. “Vi aspettiamo sabato 23 luglio alle ore 21, alla Sala della Comunità dell’Oratorio San Giovanni Bosco di Cuggiono, in via Cicogna 8, per cercare insieme, e in tempo utile, quella risposta. Che può solo venire dal basso, da tutti noi, per poter alzare i nostri occhi, e per tornare a riveder le stelle”. IL MUSEO DELLA VAL GRANDE-Il territorio del Parco Nazionale della Val Grande non è importante solo per la sua wilderness o per la natura incontaminata, anche gli aspetti legati alla presenza umana sul territorio sono di grande interesse. Il Museo archeologico della pietra ollare del Parco Nazionale Val Grande, nel Comune di Malesco, in Valle Vigezzo, dà l’opportunità di andare a ritroso nel tempo e “incontrare” chi ha vissuto in questi luoghi Il Museo, che torna visitabile fino al 31 agosto tutti i giorni dalle 10 alle 12 e dalle 15.30 alle 18.30, ospita una sezione archeologica con reperti di età romana e altri manufatti di epoche successive, realizzati per lo più in pietra locale. Grazie alla collaborazione dell’Associaizone Musei d’Ossola, il Museo del Parco sarà dunque fruibile con ingresso libero tutti i giorni fino a fine agosto e ogni weekend di settembre e ottobre con i medesimi orari. Per informazioni telefonare al numero 0324/92444.