Roma è tornata a popolarsi di giovani, ragazzi e ragazze di terza media ed adolescenti per un incontro straordinario con Papa Francesco.
Da mille strade sono giunti a Roma... sì, come cantava una celebre canzone delle Giornate Mondiali della Gioventù, dopo due anni, la Città Eterna è tornata a popolarsi di giovani, ragazzi e ragazze dalla seconda media ed adolescenti per un incontro straordinario con Papa Francesco. Anche dal nostro territorio sono partiti in tantissimi, guidati dall’Arcivescovo Mario Delpini, per riscoprire i luoghi simbolo della fede cattolica e ascoltare le parole del Santo Padre. I due anni di pandemia sembravano quanto più distanti, nonostante le mascherine, per il grande desiderio di trovarsi, far festa (come per la presenza del giovane e popolare cantante Blanco). Più di un’ora di dialogo e preghiere con il Pontefice, canti, esperienze e testimonianze di vita vissuta alla luce del Vangelo di Giovanni 21, 1-19, la splendida pagina della pesca miracolosa. Come i discepoli intorno a Gesù in quella notte sul lago di Tiberiade, così gli adolescenti sono stati intorno al Papa per rinnovare il loro “sì” a Dio. “Non bisogna vergognarsi di dire: ho paura del buio! Ma, tutti noi abbiamo paura del buio. Le paure vanno dette, le paure si devono esprimere per poter cacciarle via. Ricordate questo: le paure vanno dette. A chi? A papà, alla mamma, all’amico, all’amica, alla persona che può aiutarvi. Vanno messe alla luce. E quando le paure, che sono nelle tenebre, vanno nella luce, scoppia la verità. Non scoraggiatevi - ha detto Papa Francesco ai ragazzi - Abbiate paura della morte, della morte dell’anima, della morte del futuro, della chiusura del cuore: di questo abbiate paura. Ma della vita, no: la vita è bella, la vita è per viverla e per darla agli altri, la vita è per condividerla con gli altri”. La veglia si chiude nel segno di Maria. È a lei che Francesco consegna gli adolescenti perchè quando si è in difficoltà - dice - è la mamma che si chiama e così, anche “noi chiamiamo Maria”. Un’emozione intensa che ora tutti hanno portato a casa nei cuori.