Di fronte alle esigenze della società moderna, la Germania non sta a guardare e Angela Merkel, unitamente a sindacati ed industriali, ha firmato un piano per la realizzazione di un orario di lavoro a misura di famiglia.
In Germania, dove pure governa il centrodestra, flessibilità sul lavoro significa offrire a chi lavora più tempo per la famiglia. Ecco un buon esempio che ha molto da insegnare a tutti.
Il governo italiano, invece, cosa fa per i suoi lavoratori?
“In questi due anni e mezzo di governo Berlusconi abbiamo assistito ad una totale assenza della politica industriale da parte del centrodestra - afferma Patrizia Toia - in un contesto come quello che ci ha offerto la crisi economica globale e che ha visto tantissime aziende italiane in enorme difficoltà, con drammatici contraccolpi per i lavoratori che vi erano impiegati, e ad un assoluto silenzio da parte del Ministro del welfare Sacconi sulle materie di sua competenza. Il giudizio rimane valido anche oggi, di fronte ai provvedimenti l’economia, che altro non sono se non un blando sostegno”.
“La Charta der familienfreundlichen Arbeitszeiten firmata dalla Merkel in questi giorni ha l'obiettivo di dare alle famiglie delle «possibilità attendibili, durevoli e adeguate ai loro bisogni di occuparsi dei figli e della loro educazione» e, in questo modo, può agevolare anche la presenza delle donne nel mondo del lavoro e consentire loro maggiori possibilità di realizzare carriere alla pari con quelle degli uomini.
L’Italia è ancora molto lontana da tutto questo. - prosegue Toia - Le uniche priorità in materia femminile del governo sembrano essere quelle riguardanti i guai del Presidente del Consiglio, lasciando in ombra le esigenze ben più importanti delle milioni di lavoratrici che ci sono nel nostro Paese e che, ogni giorno di più, faticano a conciliare la vita lavorativa con quella familiare e con le ristrettezze economiche che la crisi ha portato. Le statistiche, infatti, hanno mostrato come la crisi abbia inciso negativamente soprattutto sull’occupazione femminile.”
“Inoltre, dovrebbe far riflettere il governo e anche Marchionne che, con il nuovo contratto Fiat ha fatto tanto discutere negli ultimi mesi e ha cercato di far passare l’idea che una maggior produttività è possibile solo riducendo i diritti dei lavoratori, una frase della giovane Ministro della Famiglia tedesco, la quale ha affermato che: «La cultura tradizionale della priorità alla presenza alla scrivania in ufficio o alla catena di montaggio è obsoleta e dannosa, perché chi ha meno tempo per sé finisce per non lavorare bene come potrebbe».
L’Italia, insomma, ancora una volta, sta mostrando di restare indietro rispetto agli altri Paesi d’Europa - conclude Toia - e farebbe bene ad impegnarsi per cercare ricette nuove (come, ad esempio, quella tedesca) per cercare di uscire dalla crisi, senza arretramenti nel campo dei diritti dei lavoratori”.