Due settimane fa l’inaugurazione. Venerdì scorso (25 marzo), i primi conferimenti: il nuovo impianto legnanese per la produzione di biometano e compost di qualità dal trattamento della FORSU e degli sfalci vegetali ha cominciato la propria attività.
Due settimane fa l’inaugurazione. Venerdì scorso (25 marzo), i primi conferimenti: il nuovo impianto legnanese per la produzione di biometano e compost di qualità dal trattamento della FORSU e degli sfalci vegetali ha cominciato la propria attività.
Venerdì mattina alle 8 sulla pesa a ponte ubicata all’ingresso è, infatti, transitato il primo camion carico di verde: oltre 2 tonnellate di sfalci provenienti dal Comune di San Giorgio su Legnano. Nel corso della giornata sono stati effettuati altri conferimenti dal territorio di Legnano. E con la ripresa dell’attività dopo la pausa del fine settimana, sono state superate le 40 tonnellate di verde. Questo materiale resterà stoccato all’interno del capannone (nel deposito dedicato, appunto, agli sfalci vegetali) sino all’8 aprile, data in cui si prevedono i primi conferimenti della Forsu, ossia della frazione organica dei rifiuti: da quel momento in poi potranno partire le lavorazioni.
"Mentre il digestato della frazione organica ha la funzione di “matrice principale”, il verde riveste il ruolo di “strutturante” - spiega l’ingegner Massimo Moda, responsabile dell’impianto - Viene, cioè, miscelato alla Forsu e tale miscela viene poi sottoposta ad un pretrattamento, finalizzato a rimuovere tutte le parti non compostabili>>.
Questo scarto, che in gergo tecnico viene definito “sovvallo”, ovviamente non può rientrare nei processi di lavorazione: viene, pertanto, ricoverato in appositi cassoni per essere poi avviato allo smaltimento finale. I test merceologici e le analisi chimiche che ALA ha effettuato in questo periodo su campioni di verde e di umido provenienti da tutte le piattaforme che gestisce (test e analisi che saranno ripetuti ogni sei mesi) sono proprio finalizzati a saggiare la qualità del rifiuto. Il mese prossimo partiremo con l’inoculo del digestore, operazione che consiste nell’inserimento, all’interno dello stesso, di digestato prelevato da altri impianti già funzionanti. Tale digestato contiene, infatti, la flora batterica necessaria per attivare il processo biologico di digestione anaerobica e, quindi, la produzione di biogas".