Quasi il 120% di aumento: cara, o meglio sarebbe forse più corretto di dire "carissima farina". "Questa, purtroppo, è la situazione - spiega un panettiere".
Quasi il 120% di aumento: cara, o meglio sarebbe forse più corretto di dire "carissima farina". "Questa, purtroppo, è la situazione con la quale ci troviamo a doverci confrontare - spiega il titolare di un panificio a Bernate - Inizialmente è stata quella di semola (una decina di giorni fa), ma nessuno si era allarmato, quindi, con la guerra scoppiata in Ucraina, ecco che c'è stato un importante incremento anche di quella '00'. Se prima, insomma, si poteva ovviare al problema, adesso capite che diventa davvero complicato".
Il costo, insomma, che sale e che, inevitabilmente, si ripercuote sul settore e, allo stesso tempo, sulla clientela.
Ma, alla fine, non è solo la crescita dei costi, bensì c'è anche la difficoltà con le materie prime che, giorno dopo giorno, scarseggiano. "I mezzi, infatti, sono fermi in frontiera e pertanto stiamo ricevendo soltanto un terzo della farina richiesta - conclude - Una problematica che, in parte, avevamo già cominciato ad affrontare prima con il grano che arrivava dall'Asia e che ora, invece, con il conflitto in Ucraina si è accentuata maggiormente".
COSTI DELLA FARINA: "QUASI IL 120% IN PIU'"