“L’Italia deve investire di più sull’innovazione perché è a partire da lì che si costruisce il futuro e la ricchezza di un Paese” – afferma Patrizia Toia –“Lo Studio presentato a Bruxelles sul grado dell’innovazione dei vari Paesi ha mostrato tutti i limiti della situazione italiana: troppo modesti gli investimenti dei privati nella ricerca e sviluppo, troppo piccole e frammentate le realtà imprenditoriali del nostro Paese e con scarsa capacità di fare rete tra loro, e soprattutto, carenze enormi nella politica del governo per incentivare il settore. “L’innovazione è essenziale per un’economia moderna di successo – prosegue Toia - e l’Europa stessa, anche attraverso il lancio della Strategia Unione per l’Innovazione sta promuovendo questo obiettivo e ha invitato gli Stati membri ad aumentare gli investimenti nel settore della ricerca e sviluppo, delle nuove tecnologie e dell’innovazione”.
“I tagli del governo italiano, tuttavia, - sottolinea Patrizia Toia - soprattutto nel settore dell’istruzione e della ricerca, sembrano portare il nostro Paese verso una direzione contraria.” Tagliare i fondi all’istruzione e alla ricerca significa ridurre la competitività del nostro Paese, significa fuga dei cervelli e dispersione di risorse importanti per il nostro futuro.
Altro dato allarmante che emerge dall’analisi presentata a Bruxelles è l’eterogeneità a livello regionale di questi dati. Segno di un’Italia che, oggi, è sempre più divisa e frammentata al suo interno, mentre invece occorre una politica che, soprattutto in un tempo di crisi, ristabilisca la coesione.
“Il governo italiano – conclude Toia - esca dall’immobilismo, segua il monito dell’Europa e di Napolitano e rimetta in moto il futuro promuovendo una politica che incentivi la ricerca e l’innovazione.”