Sulle tavole del Crt, Babilonia teatri affronta il nostro capitale e ultimo tabù
Dopo lo splendido Amleto di Maria Grazia Cipriani e il suo Teatro del Carretto, il Crt, Centro di Ricerca per il Teatro, propone nella sala del Teatro dell'Arte uno spettacolo che si pone un quesito tanto capitale quanto evitato: cos'è la morte? The end, produzione di Babilonia Teatri, è in scena dallo scorso 25 gennaio e ci resterà fino al prossimo 13 febbraio. In circa 50 minuti, la compagnia ci parlerà di uno dei nostri più grandi tabù: la notra fine, la nostra dipartita. “Oggi la morte non esiste. Non se ne parla. Non la si affronta. Non la si nomina”, recita il programma di sala, “il mito dell'eterna giovinezza dilaga. Ci stiamo trasformando in un mondo di Dorian Gray. La morte viene occultata, nascosta”. Ebbene sì, l'uomo persegue il mito dell'eroe wildeiano, dimenticando la propria mortalità e quella delle persone care. La vita, però, non può certo terminare il ciclo che la caratterizza. Bambini, giovani, adulti o anziani, la morte coglie con logiche a noi sconosciute, come sentenziano i Babilonia, “profondamente bruciante e carica di contraddizioni”. Anche la religione e la visione consolatoria che ci offre, non rasserenano gli animi dei meno ferventi, e il concetto di morte finisce così in un individualismo che non permettere di avere di lei una visione collettiva e condivisibile. Questi in sintesi i temi trattati dalla compagnia di Enrico Castellani, Valeria Raimondi, Ilaria Dalle Donne e Luca Scotton, vincitrice del premio speciale Ubu 2009 (considerato il più importante riconoscimento teatrale in Italia) e unita da una forte identità comune. Sul sito www.teatrocrt.it è possibile trovare informazioni su orari e prezzi delle repliche, di uno spettacolo duro e scomodo, ma certamente da non perdere.