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Cultura, Attualità

Arcimboldo torna a Milano

A Palazzo Reale la mostra dedicata all'artista delle pitture ridicole

Ad un occhio inesperto, i dipinti di Giuseppe Arcimboldo sembreranno opere di un artista moderno, forse collocabili in seguito a quel 1924, quando Andrè Breton e compari pubblicarono il primo manifesto del surrealismo. L'osservatore sarà sorpreso nello scoprire che quei ritratti composti da frutta e ortaggi appartengono al XVI secolo, eseguiti magistralmente da un artista milanese, Arcimboldo, che fece fortuna alla corte degli Asburgo. A partire dal 10 febbraio e fino al 22 maggio 2011, la sua città natale dedica una mostra al pittore delle teste composte, e a Palazzo reale ripropone le opere di Arcimboldo nel contesto originario in cui egli sviluppò il suo peculiare processo creativo. Nato a Milano, l'artista ebbe grande successo in vita. Chiamato a Vienna da Massimiliano II d'Asburgo, alla morte dell'imperatore si sposto a Praga sotto Rodolfo II, che nel 1587 gli permise di tornare nella città meneghina a fronte della promessa di rimanere al servizio della famiglia imperiale. Arcimboldo morì a Milano nel 1593, chiudendo il sipario sulla sua vita ma anche sulla sua fama, riscoperta solo nel XX secolo proprio dall'interesse dei surrealisti. La mostra di Palazzo reale, 'Arcimboldo, 1526-1593: Natura e Fantasia', racconta il genio bizzarro del pittore, fornendo una panoramica approfondita del clima culturale e artistico della Milano cinquecentesca. Accanto alle opere del pittore sono esposte bozze, disegni – tra gli altri spiccano quelli di Leonardo Da Vinci e di Albrecht Durer – vasi, scudi e codici miniati realizzati artigianalmente. Inoltre, nella speciale sezione dell’esposizione 'Arcimboldo a Milano', è possibile vedere i disegni delle vetrate per il Duomo realizzati dall'artista milanese e dal padre Biagio. Conclude il percorso un'imponente scultura in vetroresina alta 5 metri, realizzata dall’artista americano Philip Haas e ispirata all’opera di Arcimboldo Inverno. Una mostra interessante e originale alla scoperta di un grande artista ante litteram che, a dispetto del poco spazio concessogli dai libri di storia dell'arte, è stato in grado di mostrare in un modo unico la sua estenuante ricerca del significato nascosto (ma infondo visibile) del mondo che circonda.

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