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Busto Arsizio

Il falò della Gioeubia accende la città

Associazioni e cittadini hanno bruciato i fantocci propiziatori

Chi viene da fuori città rimane stranito nel vedere tutti quei fantocci bruciare in ogni angolo della città. Ma a Busto Arsizio lo sanno tutti che l’ultimo giovedì del mese si festeggia la Gioeubia. Il giorno tanto atteso in cui cittadini, associazioni, scuole e parrocchie mettono al rogo il freddo, l’inverno e tutte le cose brutte dell’anno appena passato, sotto forma di manichino. Così anche ieri, giovedì 27 gennaio, Busto ha rinnovato la tradizione. Nel pomeriggio i creativi manufatti sono stati esposti in piazza Santa Maria in attesa di diventare cenere. La fantasia si è sbizzarrita. La Classe del ’47 ha riprodotto il celebre Monumento ai Caduti, di recente spostato da piazza Vittorio Emanuele (meglio conosciuta come piazza Tre Cù) per essere trasferito in piazza Trento e Trieste: una decisione che non è piaciuta a molti cittadini, che ne sentono già la mancanza. L’associazione dei coscritti del ’47 ha quindi pensato di bruciarne un’ ironica imitazione, con tre bebè al posto delle tre statue che compongono il monumento. L’associazione del ’45 ha riprodotto la barca del grande Enrico Dell’Acqua, l’illuminato imprenditore bustocco che esportò il tessile in America e di cui quest’anno ricorre il centenario. La scuola Bianca Garavaglia ha infine preso di mira le maestre cattive, mentre il Movimento dei Giovani Padani ha realizzato il Terzo Pol(l)o, mettendo il becco a Fini, Rutelli e Casini. Più impegnata la Gioeubia di Comunità Giovanile che ha bruciato una slot machines per denunciare il pericolo della dipendenza dal gioco. Il grande falò si è consumato in piazza Enaudi, gremita per l’occasione. Poi, tutti in piazza San Giovanni per gustare polenta e brusciti, il piatto tipico per antonomasia della cucina bustocca offerto dall’amministrazione Comunale e dal Comitato Commercianti: la ricetta con tutti i tipi di carne tagliuzzata e utilizzata per i brusciti è depositata alla Camera di Commercio, quindi guai a chiamarli carne trita, i bustocchi si potrebbero offendere. Ben 4mila le porzioni distribuite nel corso della serata, corrispondenti a 400 chili di carne. Ai piedi della Basilica si è formata un lungo serpentone e un caldo clima di festa e condivisione. Era possibile anche lasciare un’offerta per aiutare gli alluvionati del Veneto.

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