Nel suo cuore ha scintillato un'emozione particolare. Susanna Biondi, sindaco di Busto Garolfo, è tra coloro che hanno preso parte a Legnano alla cerimonia per la tradizionale commemorazione dei sette lavoratori che, settantotto anni fa, furono deportati dalla barbarie nazista dalla Franco Tosi ai campi di concentramento di Mauthausen.
Nel suo cuore ha scintillato un'emozione particolare. Susanna Biondi, sindaco di Busto Garolfo, è tra coloro che hanno preso parte a Legnano alla cerimonia per la tradizionale commemorazione dei sette lavoratori che, settantotto anni fa, furono deportati dalla barbarie nazista dalla Franco Tosi ai campi di concentramento di Mauthausen e che, ha ricordato lei stessa in una nota, "Non fecero più ritorno da quel luogo disumano e crudele". I loro nomi restano scolpiti ella memoria e nel cuore e sono quelli di Pericle Cima, Alberto GIuliani, Carlo Grassi, Francesco Orsini, Angelo Santambrogio, Ernesto Venegoni e Antonio Vitali. Accanto al ricordo dei deportati che furono, però, Biondi accosta una riflessione attuale sullo stato di crisi attraversato dall'azienda. E lo fa nello scambiare una riflessione via social con alcuni utenti a partire da una sua esperienza personale. "Le vicende della Franco Tosi - scrive- hanno toccato da vicino anche la mia famiglia, sono arrivata a Busto Garolfo proprio perchè, trent'anni fa, mio marito fu trasferito dall'Ansaldo ex Breda di Sesto San Giovanni in grave crisi alla Tosi di Legnano, qualche anno di tregua e poi iniziarono i problemi anche qui, lungo il percorso lavorativo di Valter, mio marito, abbiamo assistito al disfacimento di due grandi fabbriche ricche di professionalità e competenza che sono andate praticamente perdute". Una testimonianza sentita che fa da basamento a una speranza precisa: che la Franco Tosi, in nome della sua storia, economica, umana, professionale, possa presto trovare un rilancio.