Le dimensioni, il peso, la posizione in sella e quelle pedane talmente avanzate da sembrare irraggiungibili.
Salire su un’Harley ha sempre qualcosa di magico, di strano, o meglio inusuale. Le dimensioni, il peso, la posizione in sella e quelle pedane talmente avanzate da sembrare irraggiungibili. La schiena dritta e le braccia protese verso il largo manubrio. Sembrerebbe tutto negativo nei canoni del motociclista normale, eppure è solo diverso.
La sella è bassa, comoda e accogliente, e questo già aiuta a gestire il peso non certo da libellula della Low Rider, il manubrio alla fine non è così avanzato, anzi, solo le pedane sono davvero dove non ti aspetti, le cerchi sotto di te e invece sono avanti.
Questione di farci un po’ l’abitudine ma del resto lo sai sei su un’Harley e ne percepisci il fascino dei suoi pro e contro.
Il telaio conserva le classiche linee Softail, con un design alleggerito, su cui lavora una forcella a steli rovesciati da 43 mm, mentre il forcellone è servito da un monoammortizzatore posteriore Showa regolabile nel precarico.
Il canotto di sterzo ha una inclinazione ridotta a 28° rispetto ai 30° delle altre Softail che rende la Low Rider S molto più svelta e reattiva.
Migliorate le prestazioni di frenata, ora a doppio disco anteriore da 300 mm abbinato a pinze a quattro pistoncini con attacco assiale. Minore anche lo sforzo sulla leva necessario per frenate di tutto rispetto e ABS di serie.
Il cuore pulsante è il Milwaukee-Eight 114 bicilindrico a V da 1868cc che esprime 93 CV e ben 155 Nm disponibili fin dai bassi regimi per quella spinta vigorosa tipica dei grossi V americani.
La voce del motore, in questo caso decisamente educato, seppur personale, è dato dallo Scarico 2-in-2 shotgun con catalizzatore nella marmitta. La trasmissione, in puro stile HD è a cinghia dentata.
Il peso a secco è dichiarato in 295 Kg destinato a superare abbondantemente la soglia dei tre quintali con tutti i liquidi e i 18,9 litri del serbatoio.
I cerchi in lega nella strana colorazione bronzo scuro sono 19” all’anteriore e da 16” al posteriore rispettivamente gommati in modo abbondante con Michelin marchiate Harley-Davidson da 110/90 e 180/70.
La chiave resta in tasca, magia del Keyless, basta premere il bottone di avviamento e il grosso bicilindrico prende vita con un borbottio educato, forte, ma non eccessivo.
La frizione a cavo è abbastanza morbida e ben modulabile così la prima porta la moto in movimento facendo scomparire quasi per incanto il peso. Chiedere velocità a un cambio di Milwaukee è fantascienza, ma in compenso risulta preciso negli innesti.
La potenza, o meglio la coppia, è davvero tanta, e in ogni marcia basta un filo di gas per spingere prepotentemente i tre quintali della Low Rider, per fortuna nella strumentazione c’è anche l’indicatore di marcia inserita altrimenti è difficile capire quale rapporto si è inserito data la linearità di questo propulsore con cui è bello giocare con il gas per dosare l’esuberante coppia.
Col passare dei chilometri si prende confidenza con la posizione, la ciclistica e il motore, un mix all’americana fatto per le lunghe strade d’oltreoceano, anche se quando arrivano le curve il comportamento delle Low Rider S è una sorpresa, la luce a terra permette di osare un po’ di più e le gomme Michelin danno la giusta confidenza, soprattutto nello scaricare a terra la ormai generosa coppia del motore.
Inutile aspettarsi agilità e velocità di inserimento, ma lasciando correre le moto anche il misto può essere affrontato con brio, nonostante una assetto tendenzialmente morbido.
Adeguata alla guida allegra anche la frenata dove il doppio disco anteriore fa il suo dovere coadiuvato da un onesto posteriore. Difficile, se non esagerando, fare intervenire l’ABS.
Quando la strada si distende diventando lunga e diritta la Low Rider S diventa un incrociatore forte dei suoi Newton da esprimere con le marce alte, peccato che la protezione all’aria sia veramente ridotta nonostante la mascherina che ingloba il faro anteriore.
Stabili gli specchietti che offrono una buona visibilità posteriore e luminoso il fascio di luce del faro durante la guida notturna.
Qualche appunto potrebbe essere fatto alla posizione della strumentazione, sul serbatoio, che per essere consultata obbliga a distogliere lo sguardo dalla strada e alla targa che punta verso l’alto sopra i parafango, particolare certo, ma indubbiamente isolata, ma questi son gusti personali
Il consumo di circa 17 km/lt nel misto permettono, con i quasi 19 litri di serbatoio una adeguata percorrenza tra un rifornimento e l’altro.
Per portarsi a casa la Low Rider S si parte da un prezzo di 20300,00 € destinato a salire inevitabilmente attingendo alla lunga lista di accessori dedicati Harley-Davidson. (Foto di Roberto Serati)