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Attualità, Energia & Ambiente, Milano

Consumo suolo: Lombardia 'maglia nera'

Con 765 ettari di terra 'mangiati' in un solo anno e il 12% del totale del territorio coperto artificialmente, la Lombardia detiene la maglia nera in Italia per il consumo di suolo. È quanto emerge da un’analisi della Coldiretti.

Con 765 ettari di terra 'mangiati' in un solo anno e il 12% del totale del territorio coperto artificialmente, la Lombardia detiene la maglia nera in Italia per il consumo di suolo. È quanto emerge da un’analisi della Coldiretti Lombardia sugli ultimi dati Ispra, diffusa in occasione della Giornata mondiale del suolo che si celebra il 5 dicembre. Tutto questo mentre la superficie agricola utilizzabile in regione – precisa la Coldiretti – è scesa sotto il milione di ettari, anche a causa della cementificazione e della scomparsa di terreni fertili. Il nostro Paese – afferma la Coldiretti nazionale – nello spazio di una sola generazione ha perso più di un terreno agricolo su quattro seguendo un modello di sviluppo sbagliato che ha causato la scomparsa del 28% delle campagne, che storicamente rappresentano l’immagine del Belpaese nel mondo insieme alle città d’arte e garantiscono la sovranità alimentare del Paese in un momento difficile per l’emergenza Covid. In Italia – evidenzia la Coldiretti nazionale – la superficie agricola utilizzabile si è ridotta ad appena 12,8 milioni di ettari e in un decennio si sono persi oltre 400 milioni di chili di prodotti agricoli, di cui più di 60 milioni solo in Lombardia. La perdita maggiore a livello nazionale si è registrata – spiega la Coldiretti – sul fronte dei cereali e degli ortaggi con la scomparsa di 2 milioni e 534mila quintali di prodotto, seguita dai foraggi per l’alimentazione degli animali, dai frutteti, dai vigneti e dagli oliveti. Un problema grave per un Paese come l’Italia che deve ancora colmare il pesante deficit produttivo in molti settori importanti dalla carne al latte, dai cereali fino alle colture proteiche necessarie per l’alimentazione degli animali negli allevamenti. In Italia – spiega la Coldiretti – è infatti necessario recuperare il deficit del 64% del frumento tenero e del 40% per il frumento duro destinato alla produzione di pasta, mentre copre appena la metà (53%) delle fabbisogno di mais, fondamentale per l’alimentazione degli animali e per le grandi produzioni di formaggi e salumi Dop. Un trend negativo che riguarda anche la soia nazionale che soddisfa meno di 1/3 (31%) dei consumi domestici, secondo dati Ismea. In Italia – sottolinea Coldiretti – si munge nelle stalle nazionali il 75% del latte consumato e si produce il 55% della carne necessari ai consumi nazionali con l’eccezione positiva per la carne di pollo e per le uova per le quali l’Italia ha raggiunto l’autosufficienza e non ha bisogno delle importazioni dall’estero. Ma la sparizione di terra fertile non pesa solo sugli approvvigionamenti alimentari – sottolinea Coldiretti – dal 2012 ad oggi il suolo sepolto sotto asfalto e cemento non ha potuto garantire l’assorbimento di oltre 360 milioni di metri cubi di acqua piovana che ora scorrono in superficie aumentando la pericolosità idraulica dei territori con danni e vittime. Una situazione in cui a causa dei cambiamenti climatici – evidenzia la Coldiretti – sono sempre più frequenti gli eventi estremi, +36% nel 2021 rispetto all’anno precedente, con precipitazioni violente che provocano danni perchè i terreni non riescono ad assorbire l’acqua su un territorio come quello italiano – sottolinea Coldiretti – reso più fragile dalla cementificazione e dall’abbandono con 7252 i comuni, ovvero il 91,3% del totale, a rischio idrogeologico secondo dati Ispra. In Lombardia – precisa la Coldiretti regionale – il rischio idrogeologico riguarda più di 4 comuni su 5. “Per proteggere la terra e i cittadini che vi vivono, l’Italia deve difendere il patrimonio agricolo e la disponibilità di terra fertile puntando a una forma di sovranità alimentare con i progetti del PNRR” ha commentato il presidente della Coldiretti nazionale Ettore Prandini nel sottolineare che “occorre anche accelerare sull’approvazione della legge sul consumo di suolo ancora ferma in Senato, che potrebbe dotare l’Italia di uno strumento all’avanguardia per la protezione del suo territorio”. Per combattere le speculazioni e tutelare i terreni agricoli, i giovani della Coldiretti hanno anche lanciato la petizione contro i pannelli solari mangia suolo per combattere il rischio idrogeologico di fronte ai cambiamenti climatici e spingere il fotovoltaico pulito ed ecosostenibile sui tetti di stalle, cascine, magazzini, fienili, laboratori di trasformazione e strutture agricole con la raccolta di quasi 150mila firme tra Ministri, Segretari di partito, Assessori e rappresentanti delle forze economiche e sociali. “Come giovani agricoltori promuoviamo l’innovazione tecnologica sostenibile, ma il suolo agricolo va tutelato per difendere anche la biodiversità che caratterizza il nostro Paese – spiega Carlo Maria Recchia, delegato di Giovani Impresa Coldiretti Lombardia – La multifunzionalità energetica va sviluppata come attività integrata alla coltivazione e all’allevamento, sino a un massimo del 5% della superficie dell’azienda, da realizzare direttamente dagli agricoltori e in aree marginali”.

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