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Salute, Territorio

Disturbi alimentari 'post' Covid

Bulimia, anoressia e disturbi alimentari: aumento delle segnalazioni dopo la pandemia da Coronavirus. L'Asst Ovest Milanese fa il punto della situazione.

Una conferenza stampa che ha lasciato ben pochi dubbi, perchè putroppo tante segnalazioni già venivano poste all’attenzione, in quanto crescono anche come conseguenze dei lockdown i casi di bulimia, anoressia e disturbi alimentari nel nostro territorio. Tra i giovani, ma non solo. Uno dei tanti strascichi psicologici che il virus ha portato con sé è stato infatti “un aumento di questo tipo di disturbi, dovuto all’isolamento e alla paura del Covid - spiega Lorena Vergani, responsabile dell’UOSD di Psicologia Clinica dell’ASST Ovest Milanese -, ma anche un abbassamento dell’età di inizio dei disturbi alimentari”. Due fattori di preoccupazione ai quali se ne aggiunge un terzo: l’alto rischio di mortalità che i disturbi del comportamento alimentare portano con sé, quasi doppi rispetto a quelli della popolazione generale. Questi disturbi hanno da sempre una elevata mortalità, oltre che una elevata morbilità per altre patologie e, purtroppo, la connotazione culturale che si associa ad alcuni aspetti centrali dei ‘Disturbi del Comportamento Alimentare’ ha fatto sì che, nel tempo, molti pazienti, anche gravi, non giungessero all’osservazione clinica ed al trattamento. Nel corso degli ultimi 20 anni, a livello mondiale, nazionale e regionale, è cresciuto sensibilmente l’interesse per i ‘Disturbi della Condotta Alimentare’. Nel 2009, l’ASST Ovest Milanese, dopo una lettura della domanda e dei bisogni nel territorio, recependo le indicazioni regionali attraverso il Programma Innovativo ‘Percorsi Diagnostico-Terapeutici Integrati per i Disturbi del Comportamento Alimentare’ ha avviato un Ambulatorio dedicato a queste patologie ed agli utenti che ne erano portatori, residenti nel territorio della stessa Azienda. “Fino a 15-20 anni fa i disturbi del comportamento alimentare non erano particolarmente accolti nei nostri servizi, anche perché si tratta di pazienti che molto spesso interrompono precocemente le cure, e i servizi allora non erano in grado di sviluppare percorsi specifici”, sottolinea Giorgio Bianconi, direttore dell’UOC di Psichiatria di Legnano dell’ASST Ovest Milanese. Dal 2009 ad oggi, l’Ambulatorio ‘Disturbi del Comportamento Alimentare’ ha avviato percorsi diagnostico-terapeutici a favore di circa 700 utenti, con vari livelli di gravità. Tre i livelli sui quali l’azienda socio-sanitaria territoriale intende lavorare: l’implementazione degli interventi dedicati alle famiglie dei pazienti; il pasto assistito, ovvero una tecnica di tipo psico-educazionale che consente ad un gruppo di pazienti di condividere un pasto organizzato e preparato a monte nel rispetto delle loro necessità; e la possibilità di avviare macro-attività ambulatoriali complesse con le unità operative di medicina generale e pediatria per la gestione dei pazienti che presentano maggiori gravità dal punto di vista medico e internistico.

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