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Attualità

"Il ricatto del green pass"

La lettera di diversi cittadini. "Il green pass non serve a creare un ambiente sicuro, ma è strumento di ricatto per costringerci ad assumere un vaccino...".

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO - Siamo persone, cittadini di ogni estrazione sociale, politica, religiosa e culturale, con possibilità o meno di scaricare il certificato verde. Ci accomuna la volontà di vivere, affermare, difendere i diritti fondamentali dell’essere umano sanciti dalle Carte internazionali ed in particolare dalla nostra Costituzione che li tutela in modo paritario nella loro importanza.
Siamo fortemente preoccupati per quanto succede, vediamo il parlamento ridotto a mero organo di approvazione di decreti emanati a raffica, il governo che mentre emana provvedimenti discriminatori scientificamente immotivati, continua a ricordarci come emergenza e sicurezza non siano fenomeni transitori. Manifestiamo il nostro dissenso e mettiamo in atto azioni personali e collettive pacifiche in particolare contro la politica del certificato verde ('green pass'). Le stesse istituzioni ci informano che il certificato verde non serve a creare un ambiente sicuro, ma è strumento di ricatto per costringere i cittadini ad assumere un vaccino a protezione individuale non per limitare i contagi come ben spiegato anche in commissione Affari Costituzionali al Senato da medici in audizione. Un farmaco per il quale ad oggi non abbiamo contezza di dati di efficacia, durata e sicurezza sul breve, medio e lungo periodo. Un farmaco che deve essere accessibile a tutti, ma in modo libero e consapevole, senza ricatti e discriminazioni come raccomanda anche il Consiglio Europeo (ris.2361/2021). Così come per tutte le persone in caso di malattia devono essere accessibili le cure precoci contrariamente alla vigile attesa promossa dal governo con le conseguenze del caso. Il 'green pass' limita il diritto alla libertà, costringe a mostrare un certificato a scadenza per fare quanto si è sempre fatto. Ma Libertà è appunto diritto e dovere di vivere e partecipare alla vita della comunità senza discriminazioni, poter pensare ed esprimersi confrontandosi, senza scontri e divisioni, senza subire violenze anche dallo stesso stato che questi diritti dovrebbe tutelare. È immorale e davvero preoccupante che un governo escluda dalla vita sociale, dal diritto alla salute (anche sport), all’istruzione, alla cultura fino ad arrivare a negare il diritto al lavoro, cittadini che non vogliono subire l’umiliazione di mostrare un lasciapassare per esercitare i propri diritti e doveri. In particolare ricordiamo che la Repubblica Italiana è fondata sul Lavoro, mezzo di sostentamento e dignità che contribuisce al benessere individuale e di tutta la collettività. È davvero gravissimo quanto sta attuando il governo, che oltretutto divide le persone in cittadini di serie A e serie B. È un metodo che va rifiutato per se stesso, perché indica la via verso una cultura, una società antidemocratiche, del conflitto, della discriminazione. Una società che rifiuta il confronto e si basa sulla violenza del controllo e dell’oppressione. Noi la contestiamo fermamente. In modo pacifico, insieme esprimiamo il nostro dissenso, facciamo e faremo tutto il possibile per contrastare immorali e crescenti limitazioni alle libertà individuali e collettive.

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