Vecchi, giganti immobili testimoni del tempo e presidio della natura, sul territorio ci sono 188 alberti monumentali, molti dei quali in città.
Protagonisti della storia dell’uomo e dell’ambiente, gli alberi monumentali - esemplari rari, magnifici ed emozionanti di querce millenarie, platani, cipressi, faggi, bagolari, pini, lecci, ippocastani, tessi, gelsi, cedri, pioppi e larici secolari - sono testimoni muti, ma eloquenti nella loro maestosità, della storia dei luoghi e degli uomini. La Lombardia è ricca di questi vecchi giganti: la regione, infatti, vanta le specie arboree più diverse. Anche perché, i boschi lombardi sono molto vari: sono infatti formati da ben 194 tipi di foresta, raggruppati in 16 categorie forestali (faggeti, castagneti, querceti, lariceti, robineti, aceri-frassineti...). Secondo il più recente censimento eseguito dal Mipaaf (il Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo), le piante con carattere di monumentalità in Lombardia sono 188. Qui vi presentiamo le più note, augurandoci che possano diventare la meta della prossima gita fuori porta, anche di quattro passi in pieno centro città. Ma prima, vediamo cosa vuole dire essere un albero monumentale. Che cos’è un albero monumentale? - Per venire classificato come “monumentale” un albero deve soddisfare criteri diversi: può essere antichissimo o di dimensioni enormi - caratteristiche che senz’altro ne fanno vecchi patriarchi della natura - può altresì emergere per il suo vigore, la morfologia, il portamento. O ancora, rappresentare autorevolmente una specie botanica rara. Spesso, in questo caso, si tratta di alberi messi a dimora nell’800, quando imperava l’amore per le culture esotiche. Ma può anche trattarsi di esemplari di importanza antropologica, storici testimoni di eventi unici, sopravvissuti a più cicli di vita umana, o ancora, protagonisti di meravigliosi paesaggi naturali e dimora di alcune specie animali…