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Castano Primo, Sociale

Gestione e attività: la forza dell'inclusione

Il progetto della cooperativa sociale 'Fiore che Ride'. I ragazzi disabili gestiranno l'auditorium Paccagnini di Castano. Un lavoro di squadra e tutti protagonisti.

Il cancello aperto, nel cortile i primi ragazzi (c’è chi ti misura la temperatura e chi, invece, ha il compito di verificare i ‘green pass’). Dentro, poi, gli altri, qualcuno è intento a servire al banco del bar, qualcuno ancora sta apparecchiando i tavoli e qualcuno, infine, è impegnato ad accogliere le persone che arrivano o a sistemare le sale, le aule e i locali. Sono lì, fianco a fianco, e con loro i diversi educatori e volontari. Un importante e attento lavoro di squadra, alla fine, perché mai come in questo caso l’unione, la collaborazione e la condivisione fanno, come si dice, davvero la differenza e tutti possono sentirsi protagonisti. La grande forza dell’inclusione, insomma. Già, ma a Castano non ci si è fermati qui, anzi si è andati ben oltre, dando vita ad un vero e proprio progetto di gestione integrata dell’auditorium Paccagnini. “Che cosa abbiamo deciso di fare - spiega Maurizio Croci, tra i referenti della cooperativa sociale ‘Fiore che Ride-E.T.S’., la realtà promotrice della significativa proposta - Allora, l’idea è quella che siano proprio i ragazzi con disabilità a gestire il centro polivalente di produzione culturale di piazza XXV Aprile. Nello specifico, alcuni staranno al bar, alcuni serviranno ai tavoli e prenderanno le ordinazioni, mentre alcuni si occuperanno dei controlli agli ingressi (febbre e certificazione verde). Quindi, una volta che la stagione teatrale partirà ufficialmente, avranno pure i classici e tradizionali compiti di chi lavora in un teatro (maschere, guardaroba, accompagnamento in sala, ecc...). E la cosa che ci teniamo a sottolineare è che cercheremo di dare spazio e coinvolgere tutti”. Chiunque (da quanti hanno una disabilità più lieve a quanti, invece, hanno difficoltà maggiori), pertanto, avrà modo di essere parte fondamentale dei vari momenti che si alterneranno. “E’ importante, infatti, che queste persone non si sentano messe in disparte - prosegue - Non dimentichiamoci che ognuna di loro ha molto da dare e poterlo fare con attività con le quali, nella vita quotidiana, praticamente non si confrontano mai o quasi, è un traguardo enorme e una soddisfazione personale. Sono inseriti nella società, si sentono davvero inclusi e trattati alla pari di qualsiasi altro”. Il tutto, come detto, grazie ad una serie di mansioni e iniziative. “Saranno molti gli incarichi che li vedranno in prima linea - conclude Croci - Laboratori, mostre, rassegne, corsi, incontri, la radio, oltre alle classiche occupazioni gestionali. Un inclusione, insomma, a 360 gradi”.

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LA FORZA DELL'INCLUSIONE: ASSIEME PER GESTIRE L'AUDITORIUM

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