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Milano

'scartiAMO'

Cravatte di seta fuori moda riutilizzate per realizzare raffinate bordature di kimono, oppure, cucite insieme, per dare forma a borse e pochette variopinte di diverse fogge e dimensioni. Scampoli di velluto pregiato avanzati nei processi di lavorazione, apparentemente inutilizzabili, trasformati in giacche calde e accoglienti.

Cravatte di seta fuori moda riutilizzate per realizzare raffinate bordature di kimono, oppure, cucite insieme, per dare forma a borse e pochette variopinte di diverse fogge e dimensioni. Scampoli di velluto pregiato avanzati nei processi di lavorazione, apparentemente inutilizzabili, trasformati in giacche calde e accoglienti. Sono alcuni dei pezzi di 'scartiAMO', la prima collezione prodotta dalle donne della sartoria e stireria Taivé, con materiale di recupero. Composta prevalentemente da capi spalla e accessori coordinati, impreziositi da bottoni gioiello, a loro volta ricavati dagli scarti della cera, la collezione propone 13 differenti outfit il cui comune denominatore è la capacità di riutilizzare i materiali dando loro nuova vita, attraverso un paziente lavoro artigianale. L’iniziativa sancisce anche una nuova collaborazione tra la sartoria e stireria di Lambrate nata 12 anni fa per dare un’occasione di riscatto a donne rom e la cooperativa Vesti Solidale che offre lavoro a persone svantaggiate impiegandole nella raccolta degli abiti usati attraverso i cassonetti gialli 'Dona valore'. "Abbiamo aperto il laboratorio nel 2009 per consentire ad alcune donne di nazionalità kosovara e macedone che vivevano nel campo rom di via Novara di emanciparsi dalla cultura patriarcale in cui erano imprigionate – spiega Sabrina Ignazi, operatrice di Caritas Ambrosiana - Successivamente abbiamo coinvolto anche altre donne di differenti nazionalità con storie diverse ma sempre difficili alle loro spalle: dal carcere alla tratta. Questo ha fatto di Taivé non solo una stireria e sartoria che offre un servizio di qualità alla clientela prevalentemente del quartiere, ma anche un vero e proprio laboratorio culturale tutto al femminile. Grazie alla collaborazione con Vesti Solidale, ora entriamo in una nuova fase, quella del recupero del materiale, che ci è sembrato uno sbocco naturale del lavoro sociale che abbiamo fatto con le persone in oltre 10 anni di storia".

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