Vanni Oddera, Massimo Bianconcini e la mototerapia. In sella per provare a regalare un sorriso e qualche momento di spensieratezza a chi, putroppo, è meno fortunato.
La voce che si mischia con le emozioni e con i sorrisi dei tanti, tantissimi ragazzi attorno. Quel messaggio, poi, che li accompagna ormai da anni e che, ogni volta, torna a risuonare forte e chiaro nelle diverse realtà dove arrivano e in generale nella loro quotidianità. “Datevi agli altri, perché si può e il mondo si migliora...” : già, ma, alla fine, per Vanni Oddera, Massimo Bianconcini e tutto il team, queste bellissime parole si sono trasformate in qualcosa di ben più grande, unico, eccezionale. Quando con la moto, infatti, si fa del bene e si sta vicino a chi, purtroppo, è meno fortunato. “Quello che stiamo portando avanti è la cosiddetta mototerapia - raccontano proprio Vanni e Massimo - Abbiamo cominciato 11 anni fa circa e, passo dopo passo, oggi simili appuntamenti sono diventati momenti importanti per i bambini e i giovani che hanno una disabilità, per i pazienti oncologici e per chi è ricoverato in ospedale. Vedere sui loro volti la felicità e spesso anche la commozione di poter salire in moto assieme a noi è una sensazione davvero magica e speciale”. Salti, acrobazie e giornate, insomma, per farli sentire protagonisti e uguali agli altri. “Un progetto nato dal bisogno di ridare indietro tutta la fortuna che abbiamo avuto nella nostra vita - continuano - Perché, non smetteremo mai di ripeterlo, ognuno di noi ha qualcosa da donare al prossimo, per far sì che anche quanti, purtroppo, hanno delle difficoltà oppure un problema, non si sentano abbandonati e messi in disparte. Nessuno è diverso, ma ciascuno ha delle sue qualità: ecco quello che vogliamo provare a trasmettere con la nostra attività. Noi lo facciamo con la moto, il nostro mondo, però qualsiasi persona può stare accanto agli altri con ciò che gli riesce meglio. E può metterlo in pratica nel quotidiano, così come durante le differenti iniziative, in un reparto di qualche struttura ospedaliera. Certo, nessuno ha la presunzione di dire che con la mototerapia si guarisca dalla disabilità oppure dalla malattia, ma almeno è qualcosa che, in quegli attimi, ti migliora la qualità di vita. Senza dimenticare che quando si torna a casa i loro cuori e i nostri sono davvero pieni di emozioni”.
MOTO CHE FA BENE. IN SELLA CON VANNI E MASSIMO