Arrivavano un po’ alla volta (giovani, adulti e anche qualcuno un po’ più avanti con l’età) e lui era lì ad accoglierli, perché il suo compito era quello di assistenza. Li ha accompagnati, insomma, nelle stanze per dormire, li ha fatti accomodare al tavolo per il pasto o semplicemente ha scambiato ‘quattro chiacchiere’ per aiutarli a recuperare dalla fatica e dalla stanchezza. Uno, poi un secondo e, quindi, un altro ancora... il tempo di vederli varcare l’ingresso del ristoro - rifugio Sitten ed ecco che per loro è stato il momento, come si dice, di rimboccarsi le maniche e attivarsi. Lui, appunto, assieme al resto del gruppo, i cosiddetti volontari della ‘Tor des Glaciers’, l’endurance trail tra i più duri al mondo (450 chilometri da compiere in 6 giorni, superando un dislivello positivo di oltre 37 mila metri, quasi 5 volte l’Everest). E lui era il castanese Luca Fusetti; già, da Castano in Valle d’Aosta per vivere direttamente la particolare esperienza di sostegno ai tanti atleti in gara. “Sono stati giorni indimenticabili - racconta - Tra le tante aspettative che avevo, volevo capire cosa spingesse queste persone a compiere una simile avventura”. Perché? Chi sono? Chi glielo fa fare?, alla fine, sono state le principali domande che in quegli istanti sono risuonate nella sua testa. “Beh... ciò che ho realizzato e compreso è tanto semplice quanto meraviglioso - continua - Ossia che dal primo all’ultimo, è gente semplice, riservata, spesso timida, ma con un grande rispetto ed un’educazione straordinaria. Guardandoli negli occhi oppure ascoltandoli al loro arrivo, si capiva in maniera chiara la fatica che stavano provando, però, allo stesso tempo, c’era il sogno che era più forte di qualsiasi cosa. E noi avevamo il compito di provare a stargli vicini, cercando di dargli la spinta per percorrere i 150 chilometri che mancavano al traguardo”. Le emozioni, dunque, che si mischivano con il coinvolgimento e la condivisione. “I grazie che abbiamo ricevuto sono stati tantissimi: chi con voce tremolante, chi con con scritte sulla maglietta e chi con i gesti del capo o delle mani congiunte; momenti che rimarranno per sempre nell’album dei ricordi personali e nel cuore - conclude - Ma sono io che voglio ringraziarli uno ad uno per ciò che mi hanno permesso di provare. Grazie, poi, a tutto il team di Sitten, che mi ha fatto sentire come a casa (ed ormai un po’ lo è), dal grande boss Giuseppe ai miei compagni di avventura: le meravigliose Giulia ed Elena, i ‘cucinieri’ Adriano, Josef e Umby, fino al saggio Oreste. Perchè è per loro che ho potuto vivere questa fantastica esperienza. Ovviamente già pronto a rivederli alla prossima Tor des Glaciers”.