Caritas Ambrosiana si è fin da subito mobilitata per affrontare la crisi umanitaria che è esplosa con la caduta dell’Afghanistan nelle mani del regime dei talebani. Ecco come aiutare concretamente.
Ancora una volta il popolo afghano è sottoposto a sofferenze inimmaginabili. L’escalation di violenza e la crescente insicurezza hanno portato migliaia di civili afgani a fuggire dalle proprie case, ma stiamo già assistendo a spostamenti dei civili su larga scala che possiamo definire una vera e propria emergenza umanitaria. Quest’ultima ondata di violenze è solo l’ennesima a cui il popolo afghano è stato sottoposto, un popolo che da oltre 40 anni vive nel conflitto.
Caritas Ambrosiana si è fin da subito mobilitata per affrontare la crisi umanitaria che è esplosa con la caduta dell’Afghanistan nelle mani del regime dei talebani che sta spingendo migliaia di persone a cercare una via di uscita dal Paese.
Al momento stiamo dando priorità alle famiglie che stanno arrivando con i primi ponti aerei, ma successivamente servirà occuparsi della questione in un modo coerente e continuativo. Siamo per questo in contatto con la Prefettura di Milano e, di fronte alla crisi umanitaria che si profila, siamo pronti a fare la nostra parte. In queste ore abbiamo portato beni di prima necessità ai primi 34 profughi arrivati grazie alla Fondazione Veronesi, i nostri operatori e le parrocchie inoltre stanno verificando la disponibilità dei posti nelle strutture di accoglienza per profughi, gestiti da Caritas in convenzione con le prefetture.
Ci aspetto soprattutto un'ondata grossa di arrivi nelle regioni confinanti, dove bisognerà intervenire. Molte persone tenteranno di venire anche in Italia, da varie rotte, dai Balcani e dalla Grecia. Sono fenomeni che conosciamo benissimo, avvengono ogni volta che c'è una guerra. E i flussi umani sfociano in questi limbi che sono i campi profughi, dove la gente sta senza prospettive, senza dignità, cercando i soldi per venire in Italia.
Caritas Ambrosiana offrirà la disponibilità dei posti e il lavoro di accoglienza e inserimento dei profughi, ma le istituzioni locali e nazionali dovranno farsi carico di queste persone, senza dimenticarsene quando i media smetteranno di trattare la questione. Nelle strutture di accoglienza di Caritas Ambrosiana potrà essere data ospitalità alle famiglie che arriveranno dall'Afghanistan attraverso i ponti aerei organizzati dall’ambasciata italiana per mettere al sicuro i collaboratori più stretti che in questi anni hanno permesso alle forze alleate di operare nel territorio con la popolazione locale. Per il futuro Caritas Ambrosiana auspica che sia possibile stabilire al più presto degli accordi con i Paesi nei quali gli afghani stanno cercando rifugio, in particolare il Pakistan, l’Iran e la Turchia, dove ci sono governi riconosciuti dalla comunità internazionale con i quali è quindi possibile prevedere la costituzione di veri e propri corridoi umanitari dei quali potrebbe approfittare la popolazione.
“In questo momento è necessario intensificare gli sforzi diplomatici per prevedere soluzioni stabili e non estemporanee. L’esperienza maturata in altri scenari di conflitto, per esempio la Bosnia e la Somalia, ci insegna che soluzioni di questo tipo, come la creazione di corridoi umanitari, sono doverose e, per questa ragione, non possono essere improvvisate, come ci hanno ricordato i vescovi italiani. Siamo convinti che questa sia la sola strada percorribile e che le parrocchie e le comunità cristiane sapranno offrire generosamente il proprio contributo anche in questa drammatica circostanza.
Mi auguro che questo impegno sia anche l’occasione per riflettere sulla guerra e sulle condizioni per una pace duratura che non può essere garantita dalle sole armi, ma dalla promozione della cultura, del rispetto delle diversità, della dignità delle donne con un impegno non violento e realistico”. Ha dichiarato Luciano Gualzetti direttore di Caritas Ambrosiana
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