Numeri e percentuali: sempre e soltanto queste. Tutti pronti, nelle vacciazioni anti-Covid, a voler dimostrare di essere più bravi degli altri, ma la salute non è una gara.
Direbbe qualcuno "Puntuali come un orologio svizzero". Perché, a cadenza quasi settimanale (spesso anche molto meno), eccoli che arrivano. Rappresentanti di Governo, presidenti di Regione, assessori, consiglieri, amministratori locali, referenti delle varie realtà legate alla sanità e ci mettiamo dentro pure noi della stampa, infatti, il ritornello, ormai da mesi e mesi, è diventato sempre lo stesso: "Abbiamo fatto un 'tot' di somministrazioni di vaccino anti-Covid", "Siamo, oggi, al terzo, secondo o primo posto a livello nazionale oppure mondiale", "Di questo passo, a breve, scaleremo ulteriori posizioni in classifica". Numeri e percentuali, insomma; sempre e soltanto loro, ma la salute, alla fine, non è una gara. Eppure, fin da quando sono cominciate le vaccinazioni, sembra, purtroppo, che ci siamo ridotti unicamente a questo. Pare che ciò che conti davvero sia la sfida a livello regionale, comunale, ecc... Una 'corsa', non tanto contro il virus, quanto piuttosto a chi dimostra di essere più bravo dell'altro, così da poterlo, poi, sbandierare sui singoli canali istituzionali e sui social. Forse, non ce ne vogliano i diretti interessate (dopotutto, lo ripetiamo, tra questi ci siamo pure noi giornalisti, pronti, ogni volta, a mettere nero su bianco, appunto quelle stesse cifre), si è perso di vista il vero obiettivo ultimo, ossia combattere e provare ad annullare il Coronavirus, senza, a tutti i costi, dover far vedere di essere meglio di uno e dell'altro. Non conta, alla fine, chi arriva prima e chi dopo, l'importante è che si raggiunga il traguardo che ci si è prefissati, per poter tornare finalmente a riprenderci la nostra vita e la normalità che, da tempo, ci è stata tolta.