Apriamo un dibattito pubblico a favore di politici e amministratori che vogliono intervenire
Il 25 aprile di due anni fa, ad Onna (Abruzzo), il Governo guidato dal premier Silvio Berlusconi toccava il suo punto più alto: tutti uniti, vicini al presidente, negli interventi post-terremoto, il 'Governo del fare' che proponeva leggi e viaggiava a pieno regime. Ora sembra passato un secolo, tanto è vero che, se davvero si andasse a votare ora, non è poi così lontana l'idea che a vincere sarebbe l'astensionismo.
Ma cosa è successo a un Paese in cui il premier, in un incontro pubblico, arriva ad esclamare: "Meglio guardare belle ragazze che essere gay". Il tutto dopo giorni in cui sulla scena nazionale ed internazionale si sono rincorse le notizie legate a una minorenne marocchina, spacciata per figlia del presidente egiziano, fatta 'liberare' dalla Questura di Milano da chiamate provenienti da Roma. Senza contare le nuove 'ragazze' che stanno iniziando a raccontare di festini hard da Palermo a Bari, passando per la Sardegna. Forse giustamente gli italiani, come capitato anche di recente con il caso 'Noemi Letizia', dopo un primo momento di interrogativi preferiscono guardare oltre cercando di tornare 'a lavorare', a quel 'fare' tipicamente milanese che porta sul lavoro e sui risultati i veri dibattiti su cui discutuere.
Ma vi è anche un limite etico, visto che in fondo, le persone da noi elette sono anche quelle che ci rappresentano. E in tanti, anche nelle file del Pdl, ora non si sentono rappresentati da chi attualmente ci governa. Tra case avuto in regalo o meno, scandali finanziari, polemiche intra-partitiche, partiti (di maggioranza e opposizione) che non sanno più da che parte andare, cosa ci rimane?
Il tutto riportando una definizione da Wikipedia su cosa sia la Repubblica della Banane, una situazione che tanti opinionisti ed editorialisti stanno rispolverando in questi giorni: "Repubblica delle banane è un'espressione dispregiativa che generalmente sta a indicare una piccola nazione, spesso latino-americana o caraibica, politicamente instabile, dipendente solo da un modesto settore agricolo in mano a multinazionali e governata da un'oligarchia ricca e corrotta. Il termine fu originariamente coniato dallo scrittore americano O. Henry in riferimento all'Honduras".
Siamo pronti ad ospitare commenti e riflessioni di politici, imprenditori ed amministratori che vogliano aprire un dibattito pubblico sull'Italia che c'è e sull'Italia che verrà. E' possibile commentare direttamente la notizia o contattare la nostra redazione.
Su segnalazione di alcuni utenti pubblichiamo la video-replica di Nichi Vendola: