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Salute, Comunicaré

Comunicazione... vaccinale

Se vi chiedessero: “Cosa sai sui vaccini anti-Covid? Qual è l’informazione su cui sei assolutamente sicuro?”, probabilmente non sapreste cosa rispondere.

Se in questo momento vi chiedessero: “Cosa sai per certo sui vaccini anti-Covid? Qual è l’informazione su cui sei assolutamente sicuro?”, probabilmente non sapreste cosa rispondere. La pandemia, lo sentiamo ormai da un anno e mezzo, ha portato a passi da gigante in alcuni campi specifici, come ad esempio quello dei vaccini, appunto. Incredibile è stata la velocità con la quale si è trovata una soluzione al problema medico, si è sviluppata, brevettata ed è stata approvata. Questa enorme velocità, però, ha fatto dubitare in un primo momento l’opinione pubblica: perché, si sa, il detto popolare dice che la fretta è cattiva consigliera. E vai, allora, a spiegare che l’iter di approvazione non ha saltato nessun passaggio rispetto alle normali procedure; è solo avvenuto in un periodo di tempo più ristretto, senza faldoni o studi che rimanessero sulla scrivania di qualche responsabile per mesi e mesi.

E via allora a dire che “Ma gli effetti a lungo termine sono imprevedibili”. Vero in apparenza, ma falso nella sostanza: un vaccino, per lo stesso meccanismo di inserire nel corpo un elemento estraneo che deve essere combattuto dall’organismo, ha effetti collaterali nel breve e brevissimo termine. Appunto, mentre il corpo lo combatte; subito, non dopo anni. Esattamente come quando in casa entra una zanzara (la casa è il mio corpo, la zanzara è il vaccino): mi metterò subito a cercare il modo di farla uscire e di liberarmene, senza attendere. Tanto più che, ricordiamolo, i vaccini attualmente somministrati in Italia non contengono il virus del covid-19, ovvero il Sars-Cov2, bensì funzionano stimolando la produzione della proteina spike del virus, che viene usata dal covid agganciarsi alle cellule delle nostre vie respiratorie, entrare al loro interno e moltiplicarsi causando la malattia.

Ma, visti i pasticci comunicativi che ancora oggi non cessano, avere una certa ritrosia nei confronti dei vaccini appare quantomeno comprensibile. Ancora una volta, non è solo quello che si dice, ma anche come lo si dice. Il terzo assioma della comunicazione della scuola di Palo Alto recita: “Il flusso comunicativo è espresso secondo la punteggiatura degli eventi”, un modo difficile di dire che ogni comunicazione è influenzata dal punto di vista di chi parla e di chi ascolta. L’esempio che i teorizzatori di questo principio fanno è quello di un marito che si chiude in se stesso e di una moglie che diventa brontolona. Dal punto di vista del marito, la comunicazione sarà: mia moglie brontola - io mi chiudo in me stesso - lei brontola ancora di più. Ma dal punto di vista della moglie, le dinamiche saranno rovesciate: mio marito si chiude in se stesso - io brontolo - lui si chiude ancora di più. Da questo punto di vista, i governanti cercano di rafforzare la fiducia dei cittadini nei vaccini eliminando punti controversi (prima no ad AstraZeneca agli over 60, poi sì solo agli over 60, poi no alla seconda dose a chi ha già ricevuto la prima, poi ok ad accettare la seconda dose se si è già ricevuta la prima…) senza accorgersi che, in realtà, agli occhi dei cittadini stanno solo confermando che i problemi ci sono. Aumentando ancora di più la sfiducia e dando l’impressione di non essere per niente autorevoli.

La realtà è che in campo medico gli effetti collaterali ci sono sempre e che a livello statistico è più pericoloso guidare un’automobile che farsi iniettare il vaccino anti-covid. Nessuno, però, metterebbe in dubbio l’utilità o rinuncerebbe all’opportunità di guidare una macchina. Quel che è certo è che i governanti e le autorità medico-scientifiche dovrebbero imparare a parlare chiaro, a parlare alla ragione e non alle emozioni, a far leva su dati ed evidenze per contrastare l’impulsività che caratterizza ciascuno di noi. E a non cambiare idea ogni 5 minuti.

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