Le nuove vie intitolate a coloro che hanno perso la vita nella difesa dei diritti
A Nosate, provenendo da Turbigo e imboccando via Ponte di Castano, all’altezza delle prime case del paese, si nota una traversa sulla sinistra che porta un nome suggestivo: via Iqbal Masih. Nonostante il chiaro stampo mediorientale di questo nome, pochi, forse, sapranno chi era quest’uomo e come mai si merita di avere non solo una strada a Nosate intitolata a suo nome, ma anche diverse scuole in giro per l’Italia. A dire la verità, Iqbal Masih non ha avuto il tempo di diventare un uomo: è morto assassinato nel 1995, a soli 12 anni, dalla ‘mafia dei tappeti’ per la sua attività di sensibilizzazione dell’opinione pubblica mondiale sui diritti negati ai bambini del suo paese, il Pakistan, e sullo sfruttamento minorile. Anche Iqbal, prima di essere un sindacalista e un attivista, era stato un operaio: già a quattro anni lavorava incatenato al suo telaio per circa quattordici ore al giorno in condizioni di schiavitù, venduto da suo padre. Un giorno qualunque del 1992, tuttavia, Iqbal uscì dalla fabbrica e partecipò a una manifestazione di protesta: da quel giorno, decise di raccontare agli altri la sua storia e quella degli altri bambini che lavoravano con lui nella manifattura di tappeti. “Quando abbiamo dovuto decidere come chiamare le vie recentemente sorte o che sorgeranno presto per i lavori di lottizzazione, ci siamo interrogati sul fatto che, in tutti i paesi, vi sono aree con le proprie caratteristiche: a Nosate, ad esempio, c’è la zona in cui le vie portano nomi di santi –spiega il Sindaco, Carlo Miglio- Nell’area della Piana degli Orti, invece, abbiamo voluto mantenere i nomi che la tradizione attribuiva a quelle località. La zona di via Iqbal Masih, ancora, abbiamo voluto dedicarla a figure che hanno perso la vita per la ricerca della verità e la difesa dei diritti umani: le altre strade saranno intitolate a Rosa Park, la donna nera che non lasciò il posto al bianco sull’autobus nell’America della segregazione; a Enzo Baldoni, il freelance ucciso in Iraq; a Ilaria Alpi, giornalista Rai assassinata in Somalia”. Un riconoscimento in più per questo bambino, che così giovane divenne il simbolo dello sfruttamento minorile e ricevette riconoscimenti in tutto il mondo, diventando, tuttavia, una persona scomoda.