La strage dei lavoratori e delle lavoratrici continua. Il tragico incidente costato la vita al lavoratore della ditta Bandera di Busto Arsizio non è che uno delle migliaia che accadono ogni anno nel nostro Paese. Bisogna reagire".
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO - La strage dei lavoratori e delle lavoratrici continua. Il tragico incidente costato la vita al lavoratore della ditta Bandera di Busto Arsizio non è che uno delle migliaia che accadono ogni anno nel nostro Paese. Solo nel 2020 sono 554.340 gli infortuni sul lavoro denunciati all’Inail, e 1.270 quelli con esito mortale, 181 in più rispetto ai 1.089 del 2019 (+16,6%). Risultato, spesso e come sembra anche in questo caso, di un ricatto reso più duro dalla progressiva perdita di diritti da parte dei lavoratori e delle lavoratrici e dal grave depauperamento e depotenziamento nei compiti di vigilanza e denuncia delle strutture deputate ai controlli e alla prevenzione degli infortuni sul lavoro, frutto di 20 anni di politiche neoliberiste. Il Presidente del Consiglio Draghi ammonisce sulla necessità di migliorare la produttività del lavoro, ma nel nostro Paese ciò si traduce quasi sempre in maggiore sfruttamento di chi lavora, anziché nella innovazione di prodotto e di processo. Nel Recovery Plan miliardario non c’è un solo euro dedicato alla sicurezza sui posti di lavoro e questo la dice lunga su come si sottovaluti il problema, come se le vite di chi lavora non contassero. Si tratta, invece, di una priorità assoluta, perché non è tollerabile che la classe degli uomini e delle donne che devono lavorare per sostenere sé stessi e le proprie famiglie continui a pagare alla logica del profitto uno spropositato tributo di morti e di perdita di salute. Basta morti sul lavoro, bisogna reagire. (Partito della Rifondazione Comunista - Circolo di Legnano)