"E' un segnale di grande responsabilità l’accordo del protocollo nazionale sulle vaccinazioni nei luoghi di lavoro - afferma Angelo Colombini, segretario confederale Cisl".
"E' un segnale di grande responsabilità l’accordo del protocollo nazionale sulle vaccinazioni nei luoghi di lavoro, così come anche, la revisione ed aggiornamento del protocollo condiviso del 24 aprile 2020 definito martedì scorso durante l’incontro tra Governo, imprese e organizzazioni sindacali". Afferma Angelo Colombini, segretario confederale Cisl. "Ancora una volta le parti sociali, con il sostegno dei Ministri del Lavoro, della Salute dello Sviluppo Economico e il supporto tecnico-scientifico di Inail, si sono concentrati sul merito delle questioni e sull'urgenza rappresentata dall'aumentare i presidi vaccinali per raggiungere al più presto la copertura totale della popolazione. Di comune accordo sono stati individuati i luoghi di lavoro come opportuni spazi per rendere possibile, favorire ed accelerare la realizzazione del trattamento sanitario della vaccinazione. Un'operazione di sanità pubblica, che orientativamente potrebbe iniziare nel mese di maggio e che trova nelle parti sociali la più ampia disponibilità nell'impiego di energie, risorse, capacità organizzative e gestionali per vincere la dura battaglia contro il virus, che da ormai troppo tempo, sta piegando il nostro Paese. L’accordo tra le parti è una azione preventiva e tempestiva per quando, con l'arrivo delle nuove forniture di vaccini che auspichiamo siano nelle quantità e disponibilità attese, si potrà davvero procedere con una vaccinazione di prossimità rivolta agli oltre 22 milioni di occupati che manifesteranno l’intenzione, indipendentemente dalle tipologie contrattuali. Nel merito della modalità operativa, la vaccinazione verrà coordinata/svolta dal medico competente, vale a dire il medico aziendale, oppure da personale sanitario, anche esterno". Il vaccino, comunque, rimane un trattamento sanitario volontario e per questo verrà garantita la tutela della riservatezza dei dati personali e la privacy sia per coloro che liberamente decideranno di vaccinarsi oppure di non vaccinarsi, sempre a seguito di interventi di informazione specifica sui vaccini e sulle loro eventuali conseguenze. Inoltre viene espressamente esclusa la responsabilità penale degli operatori sanitari per eventi avversi nelle ipotesi di uso conforme del vaccino come previsto dal Decreto. "Quanto alla revisione del protocollo sulla sicurezza nei luoghi di lavoro del 24 aprile 2020, si tratta di uno strumento di regolazione che ha garantito quel difficile equilibrio tra contrasto alla diffusione del virus e prosecuzione delle attività lavorative, garantendo tutela per tutte le lavoratrici e lavoratori e che ha permesso oggi di poter considerare i luoghi di lavoro come spazi sicuri nei quali poter procedere con le vaccinazioni. Il modello partecipativo alla base della tutela della salute e sicurezza sul lavoro, ha ancora una volta dimostrato essere la via privilegiata da perseguire. I Comitati aziendali e territoriali, quale espressione del confronto e collaborazione tra parti datoriali e rappresentanze sindacali, nati per la gestione delle misure previste dal protocollo condiviso, ne sono la prova".