Prima una data, poi un'altra e un'altra ancora. La campagna vaccinale anti-Covid sembra più improntata sugli annunci dei periodi che sulla sostanza. Qualcosa non sta funzionando.
Date, ancora date e di nuovo date. "Una tira l'altra..." verrebbe quasi da dire, perché mentre la maggior parte della gente si chiede se e, soprattutto, quando riceverá la vaccinazione anti-Covid (sono diversi, infatti, per ora gli over 80 che, pur essendosi prenotati, stanno attendendo da giorni o addirittura settimane una risposta), dalle istituzioni e dagli enti incaricati dell'organizzazione e della programmazione ecco che, intanto, si va avanti con l'ormai classico ritornello dei periodi. Prima era entro marzo (almeno per far entrare nel vivo la campagna), insomma, poi i giorni successivi a Pasqua, quindi, in parallelo, è toccata all'estate (l'obiettivo prefissato per vaccinare l'intera popolazione della Lombardia) e infine... Beh, infine resta un grosso punto interrogativo. "Sarà davvero così, finalmente? Oppure dobbiamo aspettarci, ancora, i soliti proclami, seguiti, qualche attimo dopo, dai dietrofront?". Certo (nessuno lo mette in discussione, ci mancherebbe), le somministrazioni sono partite e stanno proseguendo e le dosi, purtroppo, mancano o tardano ad arrivare, ma questo non può e non deve essere sempre una scusante. C'è qualcosa, infatti, che non ha funzionato fin dal principio, ossia dall'istante preciso di sedersi ad un tavolo e mettere "nero su bianco" i singoli passaggi delle vaccinazioni; forse sarebbe ora che chi di dovere ammettesse le sue colpe, invece di andare avanti con il solito 'scaricabarile' ("Hanno sbagliato loro, anzi no l'errore è stato di altri, ecc..."). Ci farebbe, di sicuro, più bella figura sia con se stesso, sia con i singoli cittadini.