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Sociale, Arluno

Suor Maristella e suor Ivy Jemma

Suor Maristella e suor Ivy Jemma: fnno parte della Comunità delle suore domenicane del rosario e, in questi giorni, sono state presenti nella Parrocchia dei santi Pietro e Paolo di Arluno con un obiettivo preciso: spiegare quale sia l'attività della Casa della ricostruzione della speranza di Cochin, nello stato del Kerala (in India), dove operano, e sensibilizzare la comunità arlunese sull'importanza di ristrutturarla.

Suor Maristella e suor Ivy Jemma: fnno parte della Comunità delle suore domenicane del rosario e, in questi giorni, sono state presenti nella Parrocchia dei santi Pietro e Paolo di Arluno con un obiettivo preciso: spiegare quale sia l'attività della Casa della ricostruzione della speranza di Cochin, nello stato del Kerala (in India), dove operano, e sensibilizzare la comunità arlunese sull'importanza di ristrutturarla. La Parrocchia, dal canto suo, ha voluto apporre dei pannelli all'interno della chiesa volti a illustrare in cosa consista il progetto e delle ceste per raccogliere le offerte che il buon cuore degli arlunesi intenderà fare per contribuire alla nobile causa. La Casa della speranza, in questi anni, ha costituito un rifugio, come spiegano le stesse suore domenicane nel loro sito, a "220 persone tra uomini e donne, l'80% dei quali soffre di gravi malattie psichiatriche e il restante 20 per cento di disabilità fisiche e sociali". Persone in difficoltà, dunque, che esigono un'adeguata attenzione sul piano umano e assistenziale. E di questo le suore della Casa si sono occupate e occupano con grande impegno e in condizioni tutt'altro che semplici. Il verificarsi di casi di episodi di violenza verso gli ospiti, infatti, ha indotto a dovere chiudere la struttura e all'individuazione di un nuovo spazio dove ricominciare ad accogliere i bisognosi e riprendere a svolgere l'opera caritativa nei loro confronti. L'immobile è stato messo a disposizione dalle suore del Rosary Convent che, spiegano le suore domenicane, "Necessita di una ristrutturazione perché precedentemente progettato per realizzare una scuola". Si tratta di uno stabile di due piani, per metà già agibile perché ristrutturato ma per l'altra metà ancora da approntare. Il nuovo centro è stato pensato per "Accogliere le 50 ospiti dimesse dal settlement manicomio" dando loro adeguato supporto umano e sanitario. Un progetto di ampio respiro su cui anche Arluno, che non si è mai tirata indietro quando si tratta di aprire il cuore, è stata coinvolta.

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