Ex parroco e da trent'anni nella comunità cuggionese
Oltre quaranta sacerdoti e moltissimi cuggionesi e non che riempivano la Basilica e parte della piazza S. Giorgio, per l’ultimo saluto a don Giuseppe Sala, scomparso dopo alcune rapide complicazioni a 77 anni, da quasi trent’anni presenza costante nella comunità parrocchiale cuggionese, di cui è stato parroco tra il 1981 e il 1988. “I sacerdoti sono come delle sentinelle - ha commentato il Vescovo Mons. Mario Delpini - che vigilano per segnalare il confine tra bene e male. Questo ha fatto don Giuseppe nella vostra parrocchia per tutti questi anni, con la confessione e la guida nell’avvicinamento delle coppie al sacramento del matrimonio”. Sempre molto umile e riservato, è ricordato dai fedeli anche per le catechesi agli adulti e per la particolare attenzione al dialogo con le persone. “Signore - ha commentato il parroco don Franco Roggiani - te lo affidiamo avvisandoTi che se alla prima impressione può apparire un po’ burbero e duro, ha una grandissima sensibilità ed una grande teologia soprattutto verso la figura di San Tommaso D’Aquino”. Negli ultimi anni ha trovato anche nuove modalità per avvicinare i giovani ai valori cristiani, come la scrittura di alcune storie relative a un tal don Agostino, presunto parroco di Bagnolino, puntualmente proposte sull’informatore parrocchiale cuggionese.
Racconti: il vero amore
Don Agostino, vedendo che anche tra fratelli non c’era amore, raccontò ai suoi parrocchiani la storia di due fratelli, una storia
più unica che rara. I due fratelli avevano ereditato un campo ciascuno. Uno di essi, il maggiore, aveva la moglie e tre bambini.
L’altro, il minore, viveva solo. Venuto il tempo della mietitura, i due fratelli legarono i covoni nel rispettivo campo, li ammucchiarono e
se ne andarono. Durante la notte, il fratello minore che viveva solo ebbe un buon pensiero; disse tra sé: . Andò nel proprio campo, prese molti covoni e li aggiunse a quelli del fratello.
Nella stessa notte, il fratello maggiore disse alla moglie: . D’accordo con la moglie, si alzò, andò nel proprio campo, prese molti covoni e li aggiunse al mucchio del fratello. Il giorno dopo entrambi i fratelli andarono nel campo e si accorsero che i mucchi di covoni erano ancora tutti e due uguali. Fecero così ancora per due notti, ma di giorno si accorgevano che i mucchi erano sempre uguali. La notte seguente, entrambi, senza accordarsi, si mettono a far la sentinella nel campo per conoscere la causa di questo prodigio. Avvenne che si incontrarono portando ciascuno i covoni che si regalavano vicendevolmente. Allora si abbracciarono commossi. , disse Don Agostino, commosso anche lui.
di Don Giuseppe Sala
Tutti i racconti sono reperibili sul sito internet: http://sites.google.com/site/amicidisantommaso/home