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Salute, Post Scriptum

Un anno di Covid

Venne l'Italia, e la storia del Coronavirus nel mondo cambiò. Era la mattina del 21 febbraio 2020 quando le agenzie segnalarono il primo caso di Covid-19 a Codogno.

Prima ci fu la Cina, le immagini da Wuhan, una città per lo più a noi sconosciuta, un virus strano, un'influenza che stavao colpendo a poco a poco un angolo remoto del mondo. Poi, qualche piccolo caso a Londra, in Germania, due turisti cinesi a Roma. Poi venne l'Italia, e la storia del Coronavirus nel mondo cambiò. Era la mattina del 21 febbraio 2020 quando le agenzie segnalarono il primo caso di Covid-19 a Codogno. L'intuizione di un'anestesista, la verifica su molti altri pazienti con tipologie simili, da Codogno al Lodigiano, un 24 ore emersero i primi 20 casi ufficiali. E nel giro di pochi giorni cento, mille, i primi morti, e una conta che ancora non riusciamo a fermare.
Ma cosa avvenne da noi fu molto istruttivo per tutto l'Occidente: nessuno, realmente, era pronto, non vi erano kit per tamponi e verifica rapidini, negli Ospedali non c'erano aree protette e adeguati strumenti di lavoro, mancavano i casci CPAP, mancava tutto... e inizio la corsa contro il tempo per provare ad arginare la più grave pandemia da 100 anni a questa parte.
In tre giorni in Lombardia si fermarono le scuole (e nessuno pensava sarebbero rimaste chiuse così a lungo, fino a settembre), le settimane successive iniziarono i lockdown progressivi fino alla grande serrata che rese vuote e deserte le nostre strade e i nostri paesi. I canti dai balconi, il pane fatto in casa, la spesa online, le videochiamate, la DAD,... ognuno ha e conserva nel cuore i suoi ricordi, ma soprattutto rimane il dolore per chi ha lottato contro il Covid-19, per i tanti amici e parenti che non ce l'hanno fatta, per chi ha lavorato giorno e notte, in Ospedale e da volontario, contro un nemico invisibile. Era il tempo dei DCPM di Conte, dei bollettini della Regione e nazionali, sembra un secolo fa.... era un anno fa. E la sfida, purtroppo, non è ancora finita.

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