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Busto Arsizio, Legnano

"Accam: economia circolare"

L'obiettivo è uno e chiaro: rilanciare Accam risollevandola dallo stato di crisi ormai di lunga data in cui versa per una serie di fattori. Questione affrontata in consiglio a Legnano.

L'obiettivo è uno e chiaro: rilanciare Accam risollevandola dallo stato di crisi ormai di lunga data in cui versa per una serie di fattori. Gli strumenti per perseguirlo quattro: muoversi nella logica dell'economia circolare, agire in una dimensione multisettoriale, mantenere il discorso sotto controllo pubblico e allargarlo a un ambito territoriale più vasto. La giunta del sindaco Lorenzo Radice ha ordinato le idee sulla sua volontà di restituire un po' di vitalità all'impianto di incenerimento borsanese che, complice una situazione economica non proprio floridissima (il travolgimento causato da vicende giudiziarie, lo scoppio di un incendio alcuni mesi fa e l'ancor mancato via libera al bilancio), sta segnando il passo. E l'ha proposto all'ultimo consiglio comunale. Alla fine il placet vi è stato, ma non a maggioranza. Il Centrodestra, infatti, ha storto il naso. L'assessore alla sostenibilità Alberto Garbarino, giusto per fare entrare bene in testa i concetti, è entrato nei dettagli quasi parola per parola. Perchè il discorso assume una rilevanza tale, sul piano storico, ambientale, territoriale troppo elevata perchè ci si potesse consentire di non esaminarlo con logica di suddivisione quasi atomica. "Da un lato - ha esordito - ci si propone di ridurre la produzione di rifiuti, dall'altro di muoversi in un'ottica di economia circolare". Che è qualcosa di molto simile alla costante trasformabilità di un rifiuto che, a questo punto, potrebbe cessare di essere definito tale se diventa spunto per nuovi utilizzi. Ed è un discorso in cui, ha proseguito Garbarino, ci stanno a meraviglia altre due parole d'ordine ineludibili: alta tecnologia e modifica delle modalità di consumo. Secondo aspetto: "Il territorio ha molte società pubbliche che operano in modo frammentato e scoordinato". Quindi, si tratta di passare, direbbero i filosofi, dalla molteplicità all'unità. Superando le logiche di limitazione territoriale. Ma anche, aggiunge subito dopo, di settore facendo parlare ambiti differenti che di solito agiscono come monadi senza finestre. L'ultimo punto, per Garbarino, è racchiuso in due parole: controllo pubblico. Un discorso che, in Accam, si è un po' sbiadito con la perdita della qualifica di società "in house", cioè con la maggioranza dei conferimenti agli impianti riconducibile all'apporto di enti publici. "Legnano ha il 13,7% di quote nella società - ha detto - che opera nel trattamento dei rifiuti servendo molte realtà. L'ultimo periodo è stato caratterizzato, come sappiamo, da grande turbolenza". E per cominciare a pensare ad una rivitalizzazione si era proceduto a due scenari: il primo targato Amga, anno 2020 e teso a coinvolgere anche i vicini di casa della Agesp di Busto Arsizio. Si trattava di una manifestazione di interesse che però ha finito per rivelarsi un carro vuoto parcheggiato su binario morto. Che fare allora? Ecco affiorare la seconda via; invito all'azienda Cap Holding "A farsi promotrice di un nuovo piano di sviluppo- ha spiegato Garbarino - per entrare in Accam da protagonisti". Un piano volto a superare la semplice logica della messa in sicurezza per abbracciare, invece, una più ampia idea di sviluppo futuro dell'impianto. Sempre con quelle due parole, economia e circolare, sullo sfondo. Alla fine Garbarino ha chiesto che tutto il consiglio comunale desse man forte alla giunta approvando un atto di indirizzo con cui la impegna ad "Agire secondo i principi di sostenibilità economica, tutela dell'ambiente e della salute pubblica". Con tre parole d'ordine anche queste evidenziate senza alcuno slalom verbale: "Investire in modo adeguato, ridurre i rifiuti, aumentare la raccolta differenziata". E fare sì che la bacchetta della direzione dell'orchestra Accam resti in mano pubblica. Un discorso da non portare avanti in solitudine, ma coinvolgendo tutte le aziende del territorio. Domanda finale che non si può evitare: sarà finalmente la volta buona per il rilancio?

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