Il leader della Lega apre al dialogo, ma le elezioni rimangono l’opzione principale. Salvini esclude un biennio Draghi: «Se Draghi mi dice “andiamo a votare tra due anni”, non si può»
Il leader della Lega Matteo Salvini, dopo il confronto con gli altri capi politici di centrodestra, apre al dialogo con il presidente incaricato Mario Draghi: «se il professor Draghi ci incontrerà andremo ad ascoltare, a proporre e a valutare, senza pregiudizi. Sappiamo che il Paese ha bisogno di risposte e il Parlamento non può essere fermo per mesi». Nel ribadire che comunque «la strada maestra sono le elezioni», Salvini elenca le tre priorità da chiedere a Draghi: «il taglio delle tasse e burocrazia, il piano vaccinale, la riforma della giustizia». Una posizione più conciliante, dunque, quella del Carroccio, che ha tra i suoi esponenti (su tutti Giancarlo Giorgetti ed il ‘nostro’ Massimo Garavaglia) molti estimatori di Draghi, i quali sperano che l’esperienza di un amministratore come è lui possa dare sicurezza soprattutto alle imprese del nostro paese, cui la Lega è storicamente vicina. D’altro canto c’è tra i leghisti chi vede di cattivo occhio le politiche europeiste del già governatore della Bce. In qualunque caso, Salvini esclude che si posa arrivare a fine legislatura con Draghi: la proposta sarebbe semmai quella di un semestre di governo tecnico-politico che porti il paese a nuove elezioni in autunno per poi eleggere il nuovo Presidente della Repubblica nel febbraio 2022.