E' stato uno dei Comuni della Lombardia più colpiti dal Covid-19. Dodici mesi dopo l'inizio della pandemia, siamo stati ad Alzano Lombardo, per parlare con i cittadini.
L'uscita dell'autostrada è quella di Bergamo; pochi chilometri ed ecco il cartello 'Alzano Lombardo'. Qui, oggi, un po' alla volta si sta provando a tornare ad una quasi normalità, ma certo è che niente e nessuno potranno mai cancellare quelle lunghe e terribili settimane. Un anno fa circa quando il Covid-19 ha fatto la sua comparsa: tutto all'improvviso, un vero e proprio 'fulmine a ciel sereno'; il virus che con forza e violenza è entrato nelle case, nelle aziende, negli esercizi commerciali e in ospedale; il suono delle sirene, le persone che hanno iniziato ad ammalarsi (tante, troppe, purtroppo, anche quelle che sono volate via per sempre) e la paura che si mischiava con le lacrime, l'angoscia ed il dolore. "Un ricordo indelebile - racconta un gruppo di alzanesi - Le ambulanze che continuavano a passare per le strade e i contagi che, di giorno in giorno, crescevano". "Non scorderò mai la preoccupazione nella testa e nell'anima - ribadisce cittadino - Ogni volta che si usciva sul terrazzo e si vedeva qualcuno, le uniche notizie che arrivavano erano di gente contagiata o addirittura deceduta". "Il primo pensiero, a dodici mesi di distanza, è sempre al numero dei positivi; si prova a capire come si stia evolvendo la situazione, nella speranza che, presto, possa finire - afferma un pensionato". Alzano, alla fine, uno dei Comuni più colpiti della nostra Regione e dove, come detto, sono stati davvero numerosi i residenti che si sono trovati faccia a faccia con il Coronavirus. "Io l'ho fatto a marzo - spiega un signore - Prima mi hanno portato in un ospedale della zona, quindi sono stato trasferito a Milano e dopo alcune settimane, finalmente, ho potuto rientrare a casa, però aiutato all'inizio dalla bombola di ossigeno. E' qualcosa che ti prova sia fisicamente, sia a livello psicologico. Tutt'ora, infatti, sono spaventato; nella mente ti chiedi se, magari, possa tornare. Tenete conto, ad esempio, che ogni mattina, quando mi alzo, faccio sempre un respiro profondo, per vedere, appunto, se la respirazione è a posto. Dobbiamo stare tutti attenti e seguire le indicazioni che ci vengono date (mascherine, distanziamento e igienizzanti); conosco, purtroppo, chi, nonostante quanto accaduto, continua a rinnegare la presenza del virus, ecco ognuno è libero di fare ciò che vuole, ma per la salute degli altri è fondamentale che si rispettino i protocolli e le misure di sicurezza". "E' stato come uno tsunami che si è abbattuto sulla città - gli fa eco un cittadino - Il ricordo, oggi, è per le persone care e gli amici che se ne sono andati per sempre. Un periodo segnato dall'angoscia e dal terrore". "Paura certo - conclude un pensionato - ma, in questo momento, c'è anche una grande stanchezza. Si continua a puntare il dito contro l'ospedale di Alzano e di Bergamo, ma le colpe forse andrebbero cercate altrove". (Foto e video Eliuz Photography)
UN VERO E PROPRIO TSUNAMI CHE SI E' ABBATTUTO SULLA CITTA'