A muovere le carte, veloce e scafato, un politico che ormai sa cos’è la politica, Matteo Renzi, mentre a cercare di non perdere è Giuseppe Conte.
Il tavolino con le tre carte coperte questa volta non è per le strade delle nostre città, ma nelle stanze del palazzo più importante. A muovere le carte, veloce e scafato, un politico che ormai sa cos’è la politica, Matteo Renzi, mentre a cercare di non perdere la fiche, è il novello poi non così tanto novello, Giuseppe Conte. Quest’ultimo è, paradossalmente, ostaggio di un partito nato dentro la maggioranza e che si è ampliato tanto da tenerla in pugno. Le carte che si muovono sul tavolino sono tre, ma nessuno, forse solo Renzi stesso, è in grado di ipotizzare quale, alla fine, sarà la carta da girare. Tre carte indicano tre possibili strade che Italia Viva può cogliere e che noi immaginiamo così. La prima carta, forse la più giocata negli ultimi tempi e pertanto la meno quotata, è quella che Conte indubbiamente vorrebbe trovare. Puntare il dito e scoprire che la carta indicata comporta una ricostituzione del quieto convivere di governo tra la maggioranza e la sua parte più ribollente, Italia Viva. La chiave per questa scelta è che Conte riesca a convergere verso le richieste di Renzi, in particolare sul Recovery e il Mes, senza creare ulteriori frizioni con i grillini e con il Partito Democratico. Ma considerando che lo spettacolo prosegue ormai da diverse settimane, forse il tempo per una nuova pace è ormai passato. Ecco perché riteniamo più credibile che, ad uscire dal giochino renziano, sia una delle due carte rimaste. La prima è una carta da vecchie volpi e, in parte, potrebbe accontentare tutti. Ecco perché rappresenta forse lo scenario più realistico: un Conte ter con la stessa maggioranza, ma con un restyling del Consiglio dei Ministri. Dunque, una riassegnazione delle cariche e magari un po’ di peso in più a Matteo Renzi, il quale, nonostante lo escluda pubblicamente, potrebbe ambire ad entrare nel Cdm. Chi pensava alle elezioni quale terza carta sul tavolo, probabilmente, rimarrà deluso; con il semestre bianco alle porte, infatti, il tempo, oltre che la convenienza per i partiti governativi, sarebbe minimo. Allora ecco la terza carta, il jolly di Matteo Renzi: un nuovo governo. Non è da escludere, infatti, che possa cambiare la maggioranza. Sicuramente fa rumore la sponda di Salvini, il quale, in questo senso, ha già dichiarato di essere disposto ad andare al voto “solo dopo il covid”, dunque in tempi tutt’altro che rapidi, alla quale va sommata la già espressa disponibilità di FI. Ma se è improbabile, oltre che numericamente infattibile, vedere un governo che ospiti in coabitazione Renzi e Salvini, non è per nulla impossibile che la collaborazione del centrodestra sia l’assist decisivo per un rovesciamento a Palazzo: un governo tecnico sino a fine legislatura, l’ultima carta di Renzi.