Quel che è certo è che questo 2020 non ce lo dimenticheremo facilmente. Solo il tempo ci dirà se ci avrà insegnato qualcosa di duraturo, per la vita.
Com’è stato questo 2020? No, tenetevi dentro la risposta che state per dare a questa domanda… Ce lo dice Google! Il primo motore di ricerca del web ha recentemente diffuso le 10 parole più cercate dagli italiani in questo anno così particolare. Neanche a dirlo, la parola regina di questo 2020 è “coronavirus” (e non il più scientifico covid-19, che non compare nella top ten), seguita da “elezioni USA”, l’altro grande fatto storico di questo anno. Al terzo e quarto posto si staglia la didattica a distanza, con “Classroom” e “Weschool”, due strumenti per metterla in pratica (all’ottavo troviamo “Meet”, il sistema di videoconferenza e videolezione di Google). I DPCM spuntano solo al quinto posto, nella forma “nuovo DPCM”; al nono posto “contagi” e al decimo “Protezione Civile”. I due gradini mancanti sono occupati da due addii: uno molto recente, quello a Diego Armando Maradona (sesto posto) e all’altro sportivo Kobe Bryant (settimo).
Spotify e il 2020 in musica
E se provassimo a descriverlo in musica? Questo cerca di fare Spotify, il colosso dello streaming musicale, che ci comunica che l’artista più ascoltato del 2020 è stato Bad Bunny. Bad Bunny..? Mai sentito. Tra le artiste femminili la spunta a livello mondiale Billie Eilish. Il brano più ascoltato è stato ‘Blinding lights’ di The Weeknd, in Italia ‘Mediterranea’ di Irama, mentre il decennio passato più gettonato è stato (senza sorprese) quello degli anni ‘80. In ogni caso, forse questo 2020 non sarà un anno da ricordare nemmeno per la musica, con video musicali girati in casa con amici e parenti causa lockdown o in modalità virtuale, concerti annullati e morale sotto i tacchi.
Time e il “peggior anno di sempre”
Siete ancora alla ricerca di aggettivi e parole per descrivere questo 2020? Ci pensa anche la storica rivista americana Time che ha dedicato nei giorni scorsi la sua mitica copertina proprio al 2020. Sfondo immacolato, cifre dell’anno in nero, una croce rossa a coprire tutto e sotto la dicitura: “The worst year ever”, il peggior anno di sempre. La testata spiega che questa scelta non è solo dettata dallo stato di emergenza pandemico, ma anche da “il ripetersi di disastri naturali che confermano quanto abbiamo tradito la natura” e “un’elezione contestata sulla base della fantasia” (quella statunitense, ndr). L’articolo di apertura affidato a Stephanie Zacharek, critica cinematografica, specifica che non tutto è da buttare via: “Abbiamo rallentato. Abbiamo imparato cosa era importante. Abbiamo giocato a giochi da tavolo e puzzle e abbiamo davvero parlato e ascoltato i nostri bambini”.
Quel che è certo è che questo 2020 non ce lo dimenticheremo facilmente. Solo il tempo ci dirà se ci avrà insegnato qualcosa di duraturo, per la vita. Nel frattempo, cerchiamo di... togliercelo di dosso il più in fretta possibile!