Sono stati tutti rimessi in libertà i nordafricani arrestati sabato scorso con l’accusa di spaccio nei boschi tra Bernate Ticino e altri Comuni del Castanese.
Sono stati tutti rimessi in libertà i nordafricani arrestati sabato scorso con l’accusa di spaccio nei boschi tra Bernate Ticino e altri Comuni del Castanese. Motivo: secondo il gip del tribunale di Pavia non c’erano i gravi indizi di colpevolezza paventati dall’accusa. Sembrava l’operazione dell’anno quella della Squadra Mobile di Biella che, a seguito di una soffiata, era arrivata nel Castanese dove avevano individuato un gruppo di uomini, di nazionalità marocchina, dediti alla cessione di droga. Invece tutto è crollato davanti al gip. In particolare non sono stati riscontrati indizi tali da far ritenere che l’utenza telefonica individuata fosse in uso ad uno degli arrestati. Insomma, un bel pasticcio che si è concluso solo con la scarcerazione degli arrestati e le indagini da rifare. Ben sei persone che, secondo il pubblico ministero e la Squadra Mobile di Biella, avevano avviato una fitta attività di spaccio nei boschi tra Bernate Ticino e altri comuni del castanese, da Turbigo a Buscate. Un’indagine partita da Biella dove gli investigatori avevano individuato una coppia che veniva a rifornirsi nella zona di Bernate Ticino. In un sol colpo sembrava che la Squadra Mobile fosse riuscita a smantellare e a portare in galera i principali soggetti responsabili dello spaccio. "Se non si compone il puzzle con tutti i suoi pezzi allora non si possono arrestare delle persone – ha commentato l’avvocato Roberto Grittini che ha difeso gli arrestati - Ovvio che così facendo il giudice non ha potuto fare altro che rimetterli in libertà".