Il Centro Danza Maura Paparo si allena online: “Il lavoro online ha efficacia diversa rispetto al lavoro in sala, ma è un ottimo allenamento”.
Appoggiati alla spalliera di una sedia come fosse una sbarra per la danza classica, in body nel giardino di casa, in cerca di spazio nel bel mezzo della cameretta: sono gli allievi del ‘Centro Danza’ di Maura Paparo di Magenta che stanno affrontando il 2020 con tanta creatività, dalla propria abitazione, in video collegamento con il maestro di ballo. Per una ‘didattica a distanza’ davvero particolare: che si tratti di danza classica, moderna o hip hop, la pandemia da Coronavirus non ha fermato la voglia di mettersi in gioco degli allievi, ma soprattutto degli insegnanti. “L’idea è nata poco dopo il 21 febbraio, anche se nel nostro cuore eravamo convinti di poter riaprire da un momento all’altro - ci raccontano - Durante il primo lockdown abbiamo fatto lezione online gratuitamente per circa un mese e mezzo, abbiamo pensato di contribuire al benessere psicofisico dei nostri ragazzi che improvvisamente si sono trovati disorientati. Immediatamente ci siamo accorti che mantenere un contatto con loro ci faceva bene. È stato uno scambio di energia che ci ha dato la forza di andare avanti”. Dopo l’estate, la tanto attesa riapertura a settembre con protocolli di sicurezza rigidissimi e mantenendo la possibilità di seguire le lezioni da casa per chi si fosse trovato in quarantena. Poi la nuova chiusura obbligata. “Il lavoro online ha efficacia diversa rispetto al lavoro in sala, ma è un ottimo allenamento. Oltre alle lezioni di danza dedicate ai ballerini, abbiamo caricato sul nostro canale YouTube anche delle lezioni di pilates che possono essere consultate gratuitamente da tutti”. Non tutte le scuole di danza della zona sono state altrettanto fortunate: alcune non sono riuscite a rimanere aperte, in questo clima di estrema incertezza e aiuti insufficienti. “Bisogna fare un grosso distinguo tra gli aiuti dati agli istruttori e quelli dati alle Associazioni/Società Sportive. Per quanto riguarda i primi, nella maggior parte dei casi sono stati molto sostanziosi (600-800 euro al mese anche per chi in media ne guadagnava molto meno) e soprattutto erogati con tempestività. Per le ASD/SSD, invece, purtroppo gli aiuti sono stati parametrati solo sul costo degli affitti e non hanno tenuto conto del mancato guadagno, che permette di far fronte alle spese dei periodi di chiusura estiva, durante i quali la struttura deve comunque sostenere dei costi fissi. Sono inoltre stati erogati anche con notevole ritardo: la prima tranche di aiuti è arrivata a luglio, mentre la seconda ad oggi non è stata ancora erogata. Questa situazione di emergenza ha portato all’attenzione la realtà dello sport che da anni vive in una sorta di limbo amministrativo/fiscale, mettendo in ginocchio un settore già estremamente fragile”.