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Attualità, Editoriali

Lockdown: il tempo dell'attesa

Il periodo di lockdown: obbligati al distanziamento sociale, costretti a spostamenti limitati, insomma parcheggiati in uno stato più meno reale di attesa.

Un tempo sospeso dove tutto rallenta, si ferma, si dilata. L’indole umana a socializzare viene repressa e sfogata nei social virtuali che non riescono minimamente a colmare la distanza con la realtà, la verità di un sorriso, un abbraccio e una stretta di mano. Obbligati al distanziamento sociale, costretti a spostamenti limitati, insomma parcheggiati in uno stato più meno reale di attesa. Un’attesa degli eventi che possano riaprire le nostre attività, che ci riportino a riprendere il nostro spazio nel mondo, il nostro mondo, grande o piccolo che sia, ma il nostro mondo libero. Quel mondo che ci vede costantemente in movimento intersecando la nostra vita con quella di tanti altri che come noi semplicemente ma intensamente cercano di vivere una vita che sembra sempre troppo breve. Siamo invece qui immobili nella nostra casella del giro dell’oca a star fermi un turno, ad aspettare che qualcosa si muova, che qualcuno faccia la mossa, che tiri i dadi, permettendoci così di riprendere il gioco. Un’attesa che riempiamo con una infinità di cose che magari non facevamo da tempo, qualcosa che magari scopriamo come passatempo in questo tempo che non sappiamo come riempire. Occasione per un punto di riflessione, di presa di coscienza della propria vita e del senso del nostro vivere e rincorrere qualcosa o qualcuno, per scoprire i valori meno effimeri della nostra coscienza umana. La casa diventa protagonista, per qualcuno il box diventa un rifugio e il dedicarsi alla manutenzione e/o a qualche hobby che il tempo tiranno dei tempi 'normali' non ci concedeva. Palliativi per far scorrere ancora una volta questo lockdown, per renderlo sopportabile fingendo che sia solo una pausa. Un tempo, invece, strappato, che lacera un pezzo di vita che non ritorna e che lascia tanti interrogativi sul futuro inevitabilmente modificato e compromesso da una pandemia che seppur non comprendiamo fino in fondo ci segna pesantemente. Un’attesa ancora una volta che ci vede impotenti nella scelta ma che dobbiamo sfruttare per prepararci alla ripartenza, per essere pronti quando di nuovo i dadi saranno in mano nostra e allora non ci resterà che tirarli e proseguire, casella dopo casella il nostro gioco della vita.

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