Siamo stati nell'area triage allestita da Areu in via Novara a Milano, in collaborazione con l'Esercito Italiano e il Comune. Qui dove arrivavano i codici verdi Covid correlati.
Le ambulanze che arrivavano e le altre che erano già lì, pronte a ripartire. Il tempo del tampone e degli specifici e necessari accertamenti e, poi, in base alla situazione, si decideva per il trasferimento a casa o in ospedale. L'attività, insomma, era tanta, perché quello era uno dei diversi punti che sono nati per far fronte alla lunga e complessa emergenza Coronavirus. L'ha allestito, per alcuni giorni della settimana appena passata, Areu in via Novara a Milano, in collaborazione con l'Esercito Italiano ed il Comune. "Più nello specifico si è dato forma ad una vera e propria area triage, che abbiamo chiamato checkpoint clinico avanzato (dedicato ai codici verdi Covid correlati dell'area metropolitana) - spiegano - E qui, dunque, una volta che pazienti giungevano si procedeva con le verifiche e, appunto, il tampone rapido e, successivamente, a secondo degli scenari che si presentavano si stabiliva se effettuare il rinvio al domicilio oppure l'ospedalizzazione, quest'ultima che per lo più avveniva in strutture extra provinciali". Un ulteriore e fondamentale tassello, insomma, per affrontare e vincere la difficile battaglia con la quale medici e infermieri e, in generale, ognuno di noi si sta confrontando ormai da mesi. "L'obiettivo, alla fine, da una parte era quello di offrire un altro servizio di vicinanza alla popolazione, quindi, in modo particolare e in parallelo, decomprimere il più possibile quelli che sono i pronto soccorso e i presidi ospedalieri della zona - commentano". Una presenza mirata e costante, cercando di dare un supporto sanitario, certo, ma anche morale, perché questa seconda ondata, inevitabilmente, come era già accaduto in primavera, ha colpito sia dal punto di vista della salute sia ha avuto un significativo impatto psicologico. "La sensazione che si continua a percepire, infatti, è di preoccupazione - concludono - Vogliamo, comunque, ribadire ancora le indicazioni principali per chiamare il 112, ossia febbre alta persistente e disturbi respiratori, al contrario, invece, contattare prima la medicina di base e il medico curante". (Foto Franco Gualdoni)
TAMPONI RAPIDI E, POI, A CASA O IN OSPEDALE