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Inchieste, Salute

Cani contro il Covid-19?

Già in prima linea per la ricerca di dispersi sotto le macerie, il salvataggio di persone che stanno annegando oppure con attività di pet therapy e in strutture sanitare, gli 'amici a quattro zampe' potrebbe essere d'aiuto anche per far fronte al Coronavirus? L'abbiamo chiesto a due allevatori: "I cani hanno delle particolari e straordinarie qualità e capacità".

Li abbiamo visti scavare tra le macerie alla ricerca di persone disperse oppure gettarsi in acqua per salvare qualcuno che stava annegando; o ancora impegnati a rintracciare droga ed esplosivi e, infine, in qualche ospedale, struttura sanitaria e casa di riposo con la pet therapy e altre attività legate alla salute. Ma potrebbero, adesso, essere d’aiuto anche contro il Covid-19? “Perché no – dicono Abramo Calini, allevatore, e Tiziano Preda, dell’Working Pitbull Club Italia”. I nostri ‘amici a quattro zampe’, insomma, un’arma in più nella già lunga e complessa battaglia con la quale, ormai, da mesi, tutti noi ci stiamo confrontando? “I cani hanno delle grandi qualità e capacità – spiegano – Precisiamo, però, una cosa, per essere chiari: in qualche Stato del Mondo sono in corso sperimentazioni in tale senso, che hanno avuto buoni risultati; ovvio occorre tempo per avere un quadro preciso e dettagliato. Sull’utilizzo, poi, è importante sottolineare che quello che riescono a fare non è riconoscere il virus in se stesso, bensì, attraverso il loro olfatto, individuano la tossina che emana la cellula malata. E questo avviene tramite il sudore. Potrebbe, dunque, essere che quando contraiamo la malattia, rilasciamo, appunto, un particolare odore che, poi, viene fiutato dall’animale”. Non dimentichiamoci, ad esempio, che l’olfatto proprio degli ‘amici a quattro zampe’ è, in molti casi, uno strumento, essenziale per identificare la presenza, come detto, di materiale esplosivo o sostanze stupefacenti, oltre alla straordinarie abilità in ambito di soccorso e vicinanza alle persone più fragili e ad una serie di ricerche che sono in corso pure in ambito per medico per la determinazione di alcuni tipi di tumore. “Tutte situazioni che, nel tempo, hanno fatto dei cani dei veri e propri punti di riferimento – concludono – E che, anche in questo caso, potrebbero dare una significativa mano. Certo, lo ripetiamo, gli studi e i progetti in tale senso sono in corso, bisognerà attendere ulteriori risultati per avere maggiore chiarezza”.

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