Tra giugno e settembre più di 400 pellegrini hanno percorso il cammino che unisce Lavena Ponte Tresa (VA) a Pavia. Oltre 250.000 di fatturato in tre mesi.
Ricca di storia, natura e cultura, la Via Francisca del Lucomagno non solamente piace, ma soprattutto è in grado di generare valore economico al territorio che attraversa. Gli oltre 400 pellegrini, che la scorsa estate hanno percorso i 135 km che uniscono Lavena Ponte Tresa (VA) alla basilica di San Pietro in Ciel d’Oro a Pavia, hanno generato un controvalore economico per il sistema di accoglienza e le realtà locali che supera i 250 mila euro. Oltre 3.000 le notti passate negli oltre 40 ostelli, pensioni e bed & breakfast che si trovano lungo il cammino; più del doppio i pasti consumati. Un segnale importante, soprattutto in un momento di grande difficoltà per tutto il comparto turistico.
Non si è trattato però solamente di turismo di prossimità: molti i camminatori che, residenti lungo la Via Francisca del Lucomagno, l’hanno percorsa nella sua interezza o anche in una sola parte; molti anche quanti sono arrivati da fuori regione e dall’estero, interessati a cimentarsi in un cammino nuovo, particolare e sicuramente interessante per il territorio e i siti attraversati.
«È bello vedere arrivare tante persone che partono da Lavena Ponte Tresa per camminare sulla Via Francisca», commenta il sindaco Massimo Mastromarino. «Da soli, in piccoli gruppi o in coppia, come due sposini di Treviso che hanno scelto la Via per un originale viaggio di nozze. Come amministratore ho subito creduto a questo progetto e stiamo raccogliendo risultati importanti anche per gli operatori economici del nostro comune».
Grazie al progetto di valorizzazione che, nato cinque anni fa per volontà della presidente dell’Associazione Internazionale della Via Francigena, è stato sviluppato da nove realtà e 50 enti in collaborazione con la Regione Lombardia e la Provincia di Varese, anche con il sostegno del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale di Regione Lombardia - POR FESR 2014-2020, l’intero tracciato della Via Francisca del Lucomagno è stato puntualmente mappato, segnalato e attrezzato. Sono stati posizionati oltre 1.000 segnavia, rendendo la Via accessibile anche alle biciclette e alle special bike; è stata creata una rete di accoglienza capace di mettere a disposizione più di 600 i posti letto per tutti i pellegrini. Accanto al lavoro di comunicazione, sono state realizzate la Guida della Via Francisca, edita da Terre di Mezzo, le mappe, il sito, l’App (per IOS e Android), le pagine Facebook e Instagram, tutti strumenti necessari e fondamentali per supportare i camminatori nel preparare il loro itinerario e assecondarli lungo il tragitto.
«Il nostro progetto ha avuto in questo anno, sebbene caratterizzato dalla pandemia, il suo decollo definitivo», osserva Ferruccio Maruca, segretario del Tavolo istituzionale della Via Francisca del Lucomagno. «Tutte e tre le componenti che in questi anni hanno lavorato in forte sinergia e sintonia – parlo di istituzioni, imprenditori e volontari - hanno apportato, ciascuno in modo originale e proprio, un rilevante contributo alla riuscita del progetto. Inoltre, il gruppo di volontari ha mantenuto un costante controllo del percorso così da verificarne la percorribilità, ha controllato che la segnaletica non venisse manomessa e ha dato un grandissimo supporto alla realizzazione, all'allestimento e alla gestione dell’ostello di Gornate Superiore a Castiglione Olona. A mio avviso, la Via Francisca del Lucomagno si distingue dagli altri cammini per questa modalità di collaborare tra tutti soggetti coinvolti e nel condividere sempre le attività per rendere sempre più attraenti il percorso, le accoglienze, i servizi e l’assistenza offerta ai pellegrini-camminatori che la desiderano percorrere».