"La pandemia pesa, e molto, sui giovani e sugli studenti. La scuola si è persa per mesi in un’alienante quanto sterile discussione sui banchi a rotelle…"
In questi giorni di apprensione e crescente tensione, segnate delle inevitabili restrizioni alla libertà che la situazione esige, si vanno moltiplicando le voci di chi, tra i giovanissimi, lamenta la lesione dei propri diritti. Cito da una delle lettere pubblicate recentemente da una testata online: “Non abbiamo il diritto di goderci gli ultimi anni delle superiori?” Simbolicamente, mi rivolgo alla persona che ha scritto la lettera che contiene questa domanda-provocazione: no, in questa situazione, il diritto di goderti gli ultimi anni delle superiori non ce l’hai. Certo, la pandemia pesa, e molto, sui giovani e sugli studenti. La scuola si è persa per mesi in un’alienante quanto sterile discussione sui banchi a rotelle… (Non ho ancora capito cosa c’entrino i banchi a rotelle con il Covid e lancio anche da queste righe un appello affinché qualcuno me lo spieghi); i trasporti non sono stati implementati, i supplenti, in troppe classi, non sono arrivati. Bisogna però aggiungere che, in una situazione di emergenza, bisogna chiedere a tutti di fare la propria parte e quindi di stringere i denti e di tenere duro. Perché? Perché non c’è alternativa, perché la realtà va guardata in faccia per quella che era ed è. Né è intelligente - ora come ora - lamentare le mancanze di chi avrebbe pur dovuto e potuto prendere provvedimenti per tempo. Che piaccia o no, questo è, di nuovo, il tempo dell’emergenza e non c’è spazio, ora, per lamentare una giovinezza che si crede erroneamente perduta e rivendicare il “diritto di godere degli ultimi anni delle superiori”. La vita è lunga e permette di recuperare domani quel che oggi vieta. Ricordiamoci che due e tre generazioni fa, i giovanissimi dovevano fare la guerra e poi tornare a casa e ricostruire il Paese. Oggi, grazie al Cielo e al lavoro immane di moltissime donne e uomini, a noi è chiesto molto, molto meno. Non vi chiedo di essere d’accordo, vi chiedo di pensare...